Roma, vaccini anti-influenzali dal ginecologo e dall’oculista: piano per ridurre le attese

Roma, vaccini anti-influenzali dal ginecologo e dall’oculista: piano per ridurre le attese
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 00:00

La campagna vaccinale antinfluenzale entra nel vivo ma permane un problema: riuscire a garantire la più ampia copertura in tempi di pandemia da Covid-19 con una somministrazione di dosi superiore rispetto a quella dello scorso anno potendo però contare sullo stesso numero di medici di famiglia. E allora, tenendo conto che per il momento è sfumata la possibilità di somministrare il vaccino anche nelle farmacie (c’è infatti un decreto regio del 1934 che non permette l’inoculazione del vaccino da parte dei farmacisti) a meno che nelle prossime settimane il governo non vari un provvedimento ad hoc, l’Ordine dei medici di Roma propone una soluzione: permettere anche agli specialisti - oculisti, ginecologici, otorini per esempio - di effettuare le vaccinazioni nei propri studi privati.

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«La proposta l’abbiamo lanciata lunedì alla Regione Lazio - spiega il presidente dell’Ordine di Roma Antonio Magi - per riuscire a coprire il maggior numero di vaccinazioni nei tempi previsti (una prima grande copertura almeno entro la metà di dicembre quando si aspetta l’arrivo dell’influenza stagionale ndr) perché i medici di base da soli, pur con tutto l’impegno che hanno messo a disposizione, potrebbero non farcela considerate le domande».

Gli ambulatori dei medici di medicina generale che erogheranno la prestazione sono in tutto il territorio regionale 4 mila.

LO SCENARIO

Ma già oggi lo scenario è questo: dei 2,4 milioni di vaccini antinfluenzali acquistati dalla Regione Lazio una parte è già stata distribuita alle Asl e ai medici di famiglia che però hanno dovuto bloccare le prenotazioni degli assistiti perché le dosi finora ricevute non bastano a coprire l’intera domanda. In più il calendario di appuntamenti - considerato il fatto che con il Covid-19 in agguato le somministrazioni vanno effettuate in orario diverso dall’ambulatorio e in maniera da garantire tutte le procedure di sicurezza come igiene e distanze - è molto slittato nel tempo. «A fronte di queste condizioni - prosegue Magi - molti medici specialisti si sono offerti di aprire anche i loro studi privati». Al momento è arrivata su Roma già la disponibilità di 100 specialisti, che si sono offerti di somministrare gratuitamente (senza chiedere rimborsi per la prestazione al Servizio sanitario regionale) le dosi del vaccino.

IL MECCANISMO

Come dovrebbe funzionare? Il paziente che va in visita dal ginecologo o dal dermatologo ad esempio potrebbe fare anche la vaccinazione dell’antinfluenzale e non solo se rientra nelle cosiddette categorie protette (over 65 ad esempio) per cui la dose del vaccino è gratuita. A poterlo fare dagli specialisti anche le persone che dovranno acquistarlo in farmacia ma dovranno poi farselo somministrare da un medico. «In questo modo - conclude Magi - riusciremo ad avere una copertura più capillare». La Regione Lazio sta valutando l’ipotesi, che non è l’unica. Sempre l’Ordine dei medici ha chiesto che possano rientrare nella rete vaccinale anche gli ambulatori presenti nelle Asl (una sessantina solo nella Capitale) o quelli che si trovano dentro agli ospedali. Molti pazienti, infatti, quotidianamente si sottopongono a un controllo e potrebbero con l’occasione chiedere che gli venga somministrato il vaccino. Una terza via, sempre al vaglio dell’ente guidato da Nicola Zingaretti, è quella di usare i cosiddetti “Ambufest”, gli ambulatori aperti nel weekend che in tutta la Regione comprese le altre provincie fuori da Roma sono otto.

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