Allarme dei medici: «Esami superflui prima del vaccino, boom di indagini genetiche inutili»

Una vaccinazione
di Alessia Marani
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 16:27

Allarme dei medici di famiglia e degli specialisti della Siset (Società italiana per lo studio dell’emostasi e trombosi) e della Sigu (Società italiana di genetica umana) per il boom di richieste di analisi «inappropriate» caldeggiate dai medici degli hub vaccinali nella Capitale. Una malpractice non solo costosa per utenti e sistema sanitario nazionale ma che rischia di scoraggiare chi si appresta finalmente a sottoporsi all’immunizzazione nonostante apprensione e timori. E che allunga i tempi delle vaccinazioni lasciando in sospeso e indifesi dal virus i pazienti. In pratica, secondo quanto denunciato dai medici di base e dagli specialisti, per scrollarsi di dosso chissà quale responsabilità o per “liquidare” velocemente dubbi o quesiti dei pazienti, dai centri vaccinali rimbalzerebbe una pioggia di richieste praticamente «inutili».

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Allarme dei medici

«Siset e Sigu - spiega il dottore Pier Luigi Bartoletti, della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di famiglia - hanno esteso recentemente una nota in cui sottolineano l’inappropriatezza e l’inutilità di indagini mediche relative alla predisposizione alle trombosi rispetto ai vaccini. Addirittura si afferma che siamo noi medici di base a prescriverle, ma le richieste ci arrivano dai nostri assistiti di ritorno dai centri vaccinali». Bartoletti mostra, per esempio, una “prescrizione” rilasciata da un medico vaccinatore su carta intestata dell’Umberto I («ma non firmata») in cui viene elencata una serie di esami di laboratorio da dovere effettuare: test sierologico per Sars Cov2; test allergologici, prick test per allergeni ambientali e alimentari; dosaggio proteina C anticoagulante; dosaggio proteina S anticoagulante; mutazione fattore II; mutazione fattore V di Leiden; mutazione MTHFR; dosaggio Omocisteina; dosaggio antitrombina III.

«Per questo mio paziente - aggiunge Bartoletti - una trafila inutile.

Senza contare che si tratta di esami e analisi non sempre disponibili nel pubblico e che non si possono fare ovunque. L’utente non solo sarà costretto a spendere soldi e a cercare un laboratorio in grado di eseguire tutti i controlli, ma ritarderà la vaccinazione, rimanendo più a lungo scoperto e vulnerabile al Covid-19».


Siset e Sigu, nella loro nota, raccomandano espressamente «di non prescrivere - si legge - la ricerca di varianti genetiche di fattore V (Leiden), fattore II, e dell’enzima metilentetraidrofolato-reduttasi come test di screening prima della vaccinazione contro il virus Sars Cov-2, indipendentemente dal vaccino  e di non considerare in alcun modo la presenza di varianti in questi geni, in precedenza riscontrate, come controindicazioni alla vaccinazione o a uno specifico vaccino». La Sigu, inoltre, ribadisce di non eseguire i test MHTFR «poiché i soggetti portatori si precepiscono erroneamente ad alto rischio di eventi trombotici o affetti da una malattia genetica rara mentre la letteratura scientifica dimostra l’assenza di alcun valore predittivo di questo test, sia per la trombosi venosa sia per alre patologie vascolari».

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