Sanità del Lazio, dal Mef stop al commissariamento ma le tasse non caleranno

Sanità del Lazio, dal Mef stop al commissariamento ma le tasse non caleranno
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 28 Novembre 2019, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 12:29

L’ultimo giro è cominciato: in una delle prossime sedute del consiglio dei ministri, probabilmente entro due settimane, sarà votata l’uscita dal commissariamento della sanità della Regione Lazio. A consentirlo, oltre al risultato economico con il 2019 che si chiuderà con un avanzo di 50 milioni (nel decennio scorso il disavanzo era anche di 2 miliardi di euro), è il miglioramento dei Lea, vale a dire i livelli essenziali di assistenza. Significa che le tasse diminuiranno, a partire dall’addizionale Irpef regionale maggiorata proprio per ripianare il debito della sanità? Va ricordato che l’aliquota per i redditi sopra i 75mila euro è del 3,33%, la massima, anche se per i vari scaglioni c’è una serie di esenzioni. Uscire dal commissariamento velocizzerà procedure già in corso, come lo sblocco del turn–over (la sostituzione dei dipendenti che negli anni sono andati in pensione) e gli investimenti. Ieri si è svolta una riunione del tavolo tecnico con Mef (Ministero dell’Economia) e Ministero della Salute proprio per il controllo finale dei conti e dell’andamento del sistema sanitario laziale che ha ancora vari punti deboli, come le liste di attesa per esami e visite e le lunghe code nei pronto soccorso.

GIUDIZI
Al termine il governatore Nicola Zingaretti ha spiegato: «Si è concluso in maniera, a nostro giudizio, eccellente. Il tavolo ha valutato e confermato un utile dei conti della sanità, per il 2018, di oltre 6 milioni, per il 2019 di un tendenziale che andrà oltre i 50 milioni di euro. Lo ripeto, è un risultato veramente positivo». Per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza c’è stato un «aumento della qualità delle cure, con il ministero affiancante della Salute, si è potuto certificare un incremento dei punteggi Lea di addirittura 10 punti che collocano il Lazio tra i 180 e i 190 punti. L’insieme di queste condizioni ha permesso lo sblocco di risorse finanziarie di oltre 300 milioni di euro di piena liquidità». 

L’andamento del disavanzo della sanità racconta che nel 2006 nel Lazio si spendevano per la sanità quasi 2 miliardi in più rispetto alle risorse a disposizione. Il disavanzo, a costo di enormi sacrifici che hanno portato a una riduzione dei posti letto, dei piccoli ospedali e del personale (e tasse che però difficilmente saranno tagliate nell’immediato), è arrivato a 613 milioni in epoca Polverini, poi, anche grazie al riconoscimento dell’aumento della popolazione del Lazio e quindi dei fondi a disposizione, con il Zingaretti I si è arrivati a 330 milioni di disavanzo nel 2015, fino all’attivo del 2019. Conclude l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato: «Aspettiamo l’ok ai nuovi programmi operativi da parte del Consiglio dei ministri e questo sancirà l’uscita del Lazio dal commissariamento, con il rientro nel regime ordinario. I programmi operativi dovranno essere approvati anche dalla giunta regionale». Il percorso del commissariamento della sanità del Lazio era cominciato dodici anni fa. 
 

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