Roma, Termini, Degrado, pusher e sbandati: «Qui le notti sono un incubo»

Roma, Termini, Degrado, pusher e sbandati: «Qui le notti sono un incubo»
di Maria Lombardi
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Sabato 1 Giugno 2019, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 10:12

Succede tutto lì, la notte. In quell’angolo di via Giolitti, non più di trenta passi. C’è la pizzeria, il bar e dopo due vetri chiuse, c’è McDonald’s. Non chiudono mai, le uniche luci che resistono lungo quella strada che con il buio si trasforma. «Un macello, c’è da avere paura», tanti hanno scelto di abbassare le serrande prima, non oltre le dieci. «Poi comincia la guerra, ogni notte». Lo spaccio che durante il giorno si distribuisce in tante vie intorno alla stazione Termini, da una certa ora in poi si concentra lì. In quei trenta passi che sono come un buco nero. «Arrivano i marocchini e gli egiziani, si piazzano lì davanti e finisce sempre male: risse, accoltellamenti, si prendono a bottigliate, si ammazzano di botte». Non solo via Giolitti, ma anche le vie interne alle spalle della strada che costeggia la stazione.

Già nel pomeriggio davanti al bar che non chiude mai c’è il buttadentro che offre biglietti, drink a poco prezzo e tour alcolici. «Vieni, bella. Ti vuoi divertire?», ma le ragazze si tengono alla larga. Chi lavora in pizzeria fa finta di non capire l’italiano. «Impossibile restare aperti fino a tardi», chi lo faceva ci ha rinunciato. Sempre le stesse scene. Il marciapiede si svuota, niente più pendolari e viaggiatori. I pusher arrivano a gruppetti, e poi si scatena la battaglia tra bande per il controllo di quei pochi metri strategici. Si ferma lì chi va in giro la notte in cerca di qualcosa da mangiare e da bere e solo lì può trovarlo. Poco più avanti, sotto i portici a ridosso di Palazzo Massimo, da qualche mese c’è un accampamento, di giorno e di notte.
 
Coperte, sacchi a pelo aggrovigliati a stracci, una valigia. E poco più avanti, addossata a un’altra vetrina chiusa, una trapunta colorata, un paio di scarpe, un ombrello. I clochard hanno occupato quel portico e non lo lasciano mai. Litigano anche loro, quand’è notte. «Da sei anni circa chiudiamo alle 23», il farmacista di piazza dei Cinquecento ha visto di tutto negli anni. «Non conveniva più stare aperti tutta la notte. Anche di giorno la situazione è peggiorata, sembra incredibile ma c’è meno gente che gira a Termini. I turisti scappano via e non si fermano, sanno tutti che è un pericolo, i romami si tengono alla larga. Gli unici locali italiani hanno chiuso». Il pericolo cresce, prima c’era il viavai continuo di gente sotto i portici ad assicurare un poco di controllo. Adesso, anche di giorno, ci si passa sempre meno. E lì dove c’è l’accampamento dei clochard non ci si avvicina.

«La notte è terribile», l’edicolante chiude alle 22. «Sempre botte. Se passa una donna sola lì, non esce viva». A confronto, è poca roba gli scippi, i furti, gli inseguimenti, i portafogli spariti. Chiude anche il bar-tabacchi, poco dopo l’incrocio con via Cavour. Per proteggersi dai rapinatori hanno messo un vetro spesso così fino al soffitto.
Non solo via Giolitti.

Lungo il muro di via Marsala si dorme allineati e stretti, sul marciapiede una lunga fila di sagome immobili, più di trenta. E poi via Gioberti, i giardini di via delle Terme di Diocleziano. Ragazzi che si fanno di crack seduti sui marciapiedi. Il ballatoio di via Giolitti è un’altra centrale di spaccio. Di giorno si bivacca, si fuma, si scippa, si ruba e da qualche tempo c’è un’altra attività che rende bene: il pizzo sui ticket alle macchinette elettroniche. Di notte, tutte le notti, spuntano i coltelli. 

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