È un’incidenza che tende gradualmente a scendere quella sui ricoveri negli ospedali ma c’è un altro aspetto da tenere in considerazione: i pazienti che ancora si trovano nei reparti Covid e anche nelle Terapie Intensive. Non solo italiani, non solo romani.
Nelle ultime settimane almeno nei grandi ospedali della Capitale, primari ed anestesisti hanno registrato la presenza - tutt’altro che banale - di pazienti stranieri, asiatici per lo più e quindi indiani e pachistani che da anni vivono a Roma ma che hanno sempre lasciato aperto un “canale” con il proprio Paese di origine. E benché il virus abbia iniziato a “mordere” di meno queste persone complice la scarsa vaccinazione lo contraggono lo stesso - anche in variante - e finiscono poi in ospedale.
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Gli scenari
È il caso del policlinico Umberto I dove la presenza degli stranieri è corposa almeno nella Terapia Intensiva: «A fronte di 25 persone ricoverate - spiega Francesco Pugliese, direttore del Dea e ordinario di Anestesia e rianimazione alla Sapienza - stiamo curando 7 persone asiatiche che vivono nella Capitale ma sono nate e cresciute in India o in Pakistan».
Il nodo del tracciamento
Analoga riflessione la espone Massimo Andreoni primario di Tor Vergata e direttore della Società italiana di malattie infettive. «Anche da noi l’incidenza dei ricoveri di persone straniere è un po’ più alta rispetto alle scorse settimane e dunque rispetto alla percezione di una riduzione complessiva su ingressi e ricoveri c’è un aumento specifico molto legato al fatto che queste persone sono meno coperte dal vaccino perché non lo hanno fatto e diventa difficilissimo tracciarne i contatti».
Generalmente la pressione sugli ospedali va riducendosi giorno dopo giorno: a ieri nel Lazio si contavano 1.323 persone nei reparti ordinari Covid più 205 in Terapia Intensiva. Una settimana fa il dato era più alto: i ricoveri ordinari erano 1.599 e le occupazioni nelle Terapie intensive 231. Ieri poi a fronte di un aumento di tamponi (più 2.600 sul giorno precedente) i nuovi positivi erano 471 (meno 87 rispetto a giovedì) Nella Capitale, con 258 casi nuovi, «il livello di rischio scende a “basso” », fanno sapere dall’Unità di crisi regionale. Motivo per cui riprenderà la chirurgia programmata in molti ospedali già dalla prossima settimana.
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