Le hanno provate di tutte, per unirsi alla cosiddetta “onda delle occupazioni”. Hanno persino cercato di sfruttare la storica rivalità con un altro liceo, il Peano, pur di spingere i loro compagni a prendere possesso delle aule, interrompendo le lezioni. Alla fine, alcuni studenti del Primo levi, in via Morandini, hanno escogitato la soluzione estrema: hanno acquistato due topi, pubblicato la foto sui social - facendo diventare lo scatto virale - e lanciato l’allarme “sporcizia” nella scuola, attraverso i gruppi Whatsapp. Ma l’occupazione, alla fine, non è riuscita lo stesso.
A ricostruire la vicenda, che dimostra, ancora una volta, come dietro al movimento delle occupazioni ci sia, soprattutto, la voglia di saltare le lezioni, sono state la preside ma anche una pagina Instagram, “TgLevi”, gestita da un gruppo di giovanissimi. «Sono stati trovati due animali, uno nel bagno dei ragazzi e uno in classe – inizia la circolare inviata dal dirigente, Daniela Petrozzi – Ne è stata subito informata la città metropolitana, per un intervento immediato.
PROTESTA DEI DOCENTI
E, sul fronte dei docenti contrari alle occupazioni, ieri hanno manifestato quelli del Giovanni XXIII, di Tor Sapienza. Nel mirino, lo stop alle lezioni deciso da un gruppo di esponenti del Blocco Studentesco, una associazione – dicono i professori - «d’ispirazione neofascista». «Un’organizzazione – attaccano – che, con un atto illegale, ha causato la sospensione delle attività didattiche ledendo il diritto all’apprendimento alla maggioranza delle nostre alunne e alunni». Stesso disappunto che traspare dalla lettera aperta scritta dai docenti del Pilo Albertelli - liberata ieri mattina. «La nostra scuola - scrivono -ha subito soltanto nel 2021 ben tre occupazioni». I prof chiedono «che venga doverosamente restituito il diritto al corpo docente dell’Albertelli di svolgere il proprio lavoro, ovvero insegnare», e «il diritto agli studenti, ai nostri giovani, di imparare». Quindi, allegano delle foto dello stato dell’istituto, «quanto mai eloquenti su tale modo di protestare»: dai «banchi danneggiati e poltrone sventrate» al «vandalismo su mobili e teche antichi e di pregio» e «nei bagni», dagli «accumuli di immondizia e sporcizia» ai «libri dei docenti danneggiati» fino alla «macchinetta distributrice distrutta». L’altro ieri sera, intanto, sono stati sgomberati dalla polizia il Russell e il Plauto, sui cui tetti era stata portata la protesta. Restano ancora 15 scuole occupate da una minoranza di studenti, che, di fatto, impediscono all’altra maggioranza, di prendere parte ai corsi.