Discariche tossiche a Roma, allarme bonifiche: soldi finiti

Discariche tossiche a Roma, allarme bonifiche: soldi finiti
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 28 Aprile 2019, 00:30

In cassa sono rimasti 100 euro. Un po’ pochini per prosciugare 190mila metri quadri di pattume, tanto sono avanzate le discariche abusive sulla grande mappa di Roma. Il Campidoglio, per il 2019, aveva stanziato quasi un milione di euro. Ma i soldi sono finiti subito, considerata la velocità con cui queste oasi di degrado si moltiplicano in tutti i quadranti della Capitale, non solo a Roma Est, dove l’altra notte un cumulo di rifiuti finito sotto sequestro è bruciato, all’altezza della Collatina vecchia, sprigionando una minacciosa nube tossica. Ieri, un altro rogo ancora. In fiamme, sempre scarti abbandonati, stavolta sul Lungotevere di Pietra Papa, in zona Marconi. Per fortuna i vigili del fuoco sono intervenuti subito, prima che la situazione degenerasse.

Quanto ai soldi che mancano, i tecnici del dipartimento Ambiente si sono già mossi. E hanno spedito una relazione alla giunta di Virginia Raggi chiedendo di stanziare almeno un altro milione di euro, per far fronte alle bonifiche dei prossimi mesi. Servirà una manovra d’emergenza, una variazione di bilancio a cui gli uffici capitolini stanno lavorando in queste ore. I tempi però non sono brevissimi. La delibera dovrebbe essere varata dall’esecutivo comunale verso metà maggio, poi dovrà passare al vaglio dei municipi per un parere, prima di approdare sugli scranni dell’Assemblea capitolina, per l’approvazione finale.

RAGGI IN ALLERTA
Risultato: toccherà aspettare ancora diverse settimane, per rimpinguare la cassa delle bonifiche. Anche se la situazione ormai, a detta degli stessi dirigenti e funzionari comunali, è allarmante e avrebbe bisogno di risposte immediate. Raggi lo sa. Per questo la sindaca ha messo a disposizione i fondi del suo Gabinetto, pur di tamponare l’emergenza. «Roma è sotto attacco di una criminalità che continua ad agire contro i cittadini», ha detto l’altro ieri, dopo il rogo sulla Collatina. 

A Palazzo Senatorio mettono in fila gli episodi di questi ultimi mesi: centinaia di cassonetti incendiati, le fiamme che hanno distrutto il Tmb del Salario, a dicembre, il rogo nell’impianto gemello, a Rocca Cencia, salvato per un soffio. «Sarà la magistratura a stabilire le cause, ma noi all’autocombustione non ci crediamo», ragiona Raggi. E lo stesso ripetono i consiglieri 5 stelle.

Certo è che la spazzatura non brucerebbe, se non ci fosse, in questi angoli di città abbandonata. Le indagini accerteranno i responsabili dei roghi - la pista è dolosa - ma intanto tocca accelerare al massimo gli interventi per ripulire la sporcizia montante: 125 discariche abusive, solo in 5 municipi, come si legge nel rapporto dei Gruppi di Ricerca Ecologica (Gre), associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente. Numeri impressionanti. Primo in classifica il IV Municipio (da Ponte Mammolo a Tor Cervara) con 64 discariche, poi il VI (da Torre Maura a Tor Bella Monaca) con 22 aree critiche, il III (Monte Sacro, Tufello) con 18, il VII (Appia e Anagnina) con 14 e il V (Centocelle, Prenestino) con 7.

L’Ama finora è intervenuta in 13 aree. L’ultimo ordine di bonifica arrivato dal Campidoglio risale a febbraio, una lista con 14 indirizzi - dalla Tiburtina, vicino al cimitero del Verano, a via delle Idrovore della Magliana, da viale Marconi al grande polmone verde di villa Pamphilj - e nell’elenco figurava via Collatina vecchia. Solo che da lì nessuno ha portato via la spazzatura, che poi è bruciata. «È l’unico intervento che non avevamo ancora effettuato, lo avremmo fatto i primi di maggio, perché l’area era sotto sequestro», si è difesa ieri la municipalizzata, finita nel mirino di un’indagine interna del Comune, che vuole capire come mai l’ordine impartito due mesi fa non fosse mai stato eseguito. Per l’amministratore unico di Ama, Massimo Bagatti, «l’escalation degli abbandoni abusivi dei rifiuti è evidente. Bisogna tenere alta la guardia».

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