Roma, la banda di La Rustica: coca a un tecnico in ospedale per rapire un paziente

Il boss Carlomosti: «Lo prendo in ospedale e lo trascino di forza». Un tecnico dell’Umberto I suo complice in cambio di stupefacenti

Roma, la banda di La Rustica: coca all'infermiere per rapire un paziente
di Valeria Di Corrado
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 21:43

Nemmeno le mura degli ospedali facevano da barriera agli affari di droga del gruppo criminale di La Rustica capeggiato da Daniele Carlomosti, arrestato martedì insieme ad altre 13 persone dai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, su richiesta della Dda di Roma. Maurizio Cannone (detto “Fagiolo”), ex sodale accusato di non avere pagato una partita di droga per 64mila euro, era stato ricoverato al Policlinico Umberto I dopo che Carlomosti lo aveva invitato a casa sua, spogliato, legato e torturato nel soggiorno coperto da teli di plastica per non far sporcare le pareti di sangue. «Lo sai che ho fatto l’altro giorno? - si vantava, non sapendo di essere intercettato - Ho sequestrato il Fagiolo 5 ore, a mazzate di baseball l’ho preso! L’ho frantumato tutto, testa, orecchie, naso, gambe, braccia, mani, piedi. Qua. Legato dentro i sacchi. Abbiamo videochiamato la moglie mentre lo prendevamo a mazzate. Se entro le 4 non mi mandi i soldi te lo prendi a pezzi!». 

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Non contento di questa ferocia, e avendo Cannone chiesto di differire il pagamento del debito, il 13 dicembre 2018 Carlomosti lo fa minacciare di ulteriori ritorsioni fisiche se non avesse saldato la tranche di 20.000 euro per il giorno seguente.

Dice persino di voler fare irruzione nel Policlinico e sequestrarlo: «Lo vado a prendere dentro l’ospedale, me lo trascino di forza dove mi pare a me. Diglielo: quello lunedì a pranzo ti viene a prendere dove stai». Non sono solo minacce. Effettivamente, nel pomeriggio del 17 dicembre, si presenta all’Umberto e si fa aiutare da un suo amico, impiegato come operatore tecnico di “Servizi Diagnostici”, a rintracciare il reparto e la stanza in cui è ricoverato Cannone. Il tecnico interroga la banca dati interna e riferisce a Carlomosti che il paziente era stato dimesso il giorno precedente, alle 17. Per ricompensarlo, il boss gli regala 2 grammi di cocaina: «Mi serve un bel grammo, pure due, per darglielo a questo dell’ospedale».

LA CASA A FABIETTI
Tra le persone vicine a Cannone che si offrono di aiutarlo a estinguere il debito con Carlomosti c’è anche Fabrizio Fabietti, socio in affari di narcotraffico del defunto Fabrizio Piscitelli (detto “Diabolik”) e condannato ieri a 30 anni di carcere nell’operazione “Grande raccordo criminale”. «Ha detto che gli sta vendendo a Fabietti una casa che c’ha a Cinecittà, che il Comune... 50mila euro», riferisce Carlomosti, parlando di un appartamento di proprietà della famiglia di Cannone, probabilmente una casa popolare.

I CELLULARI CRIPTATI
Il gruppo criminale di La Rustica pensava di farla, visto che utilizzava dei “cellulari criptati” provenienti da Dubai, forse gli stessi che usavano Fabietti&Co. Carlomosti riferisce di come Daniele Fabbrini fosse stato contattato da vari esponenti della criminalità romana da questi telefoni: «È venuto di corsa da Latina. Dico tutta Roma mi ha chiamato! Perché ci sono dei telefoni con un sistema da Dubai hanno fatto... che è criptato, loro ci si mandano le foto che si cancellano. Non le tiri fuori». 
 

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