Rifiuti, a Roma un intero quartiere chiede i danni: «Ama ci rimborsi metà Tari»

Rifiuti, a Roma un intero quartiere chiede i danni: «Ama ci rimborsi metà Tari»
di Laura Bogliolo
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Sabato 2 Febbraio 2019, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 07:38

«Stop allo scippo della tassa sui rifiuti per pagare servizi inesistenti». Iniziava così l'appello lanciato nel mare di Facebook a settembre dal comitato Prati in azione!. I residenti del quartiere residenziale a due passi da San Pietro da mesi denunciavano la mancata raccolta dei rifiuti dai cassonetti traboccanti, nonché l'ormai assente pulizia stradale. «Volevamo e vogliamo vivere con dignità nel nostro quartiere» dice Daniela Brignone, portavoce del comitato. Dopo 139 diffide inviate con raccomandata al Campidoglio e all'Ama, ora i residenti passano «alla fase due della protesta, ossia la vera azione legale». Consiste in un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Roma per chiedere il risarcimento del 50% della Tari pagata nell'anno 2018. Una strada che sembra più facile delle altre, visto che a supportare l'azione legale c'è una sentenza di febbraio del 2018 della commissione che accoglie la richiesta di rimborso di un romano per l'anno 2016.

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LA RISPOSTA FOTOCOPIA
«Pensiamo che la giustizia tributaria sia più veloce - afferma Brignone - la pronuncia della Commissione ci fa ben sperare visto che la situazione da noi è stata davvero critica, con un picco durante le festività natalizie». A favore della richiesta di rimborso c'è anche la sentenza numero 22531/2017 della Corte di Cassazione che precisa: «In caso di continui disservizi nella raccolta dei rifiuti, i contribuenti hanno diritto alla riduzione della Tari». Le due sentenze, la pioggia di diffide e ora il ricorso creano ovviamente allarme negli enti locali.
Il comitato ha invitato i residenti a inviare prima le diffide «come atto dovuto prima di presentare il ricorso, sapevamo che Ama avrebbe risposto negando ogni addebito». Alle 139 diffide, infatti, l'azienda ha reagito inviando una lettera fotocopia nella quale spiega che Ama «è costantemente impegnata a garantire il continuo e regolare svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti. Eventuali ed occasionali criticità - si legge nella lettera - sono da ricollegare non alle attività svolte da Ama quanto, piuttosto, a contingenti problematiche connesse all'intero ciclo di gestione dei rifiuti nonché in alcuni casi al non corretto conferimento dei rifiuti medesimi da parte dell'utenza».
 


L'ACCESSO AGLI ATTI
A convincere i residenti a passare alla fase due, è stata anche la perdurante assenza della pulizia delle strade. «Da un accesso agli atti abbiamo verificato che nei primi otto mesi del 2018 molte vie dovevano essere pulite secondo il contratto di servizio tre volte a settimana, 108 in pratica» e invece la realtà è stata molto diversa. «Nel periodo considerato - spiegano da Prati in azione! - i passaggi sono stati ad esempio in totale 6 in piazza del Fante, 4 in via Bassano del Grappa, addirittura 1 a piazza Monte Grappa».
Il comitato ha fatto anche da apripista. «Dopo aver avviato l'azione legale - spiegano - siamo stati contattati da altri quartiere che ci hanno chiesto consigli sulla strada da intraprendere». Da Colli Aniene, alla Balduina, passando per Monteverde, gli abitanti hanno iniziato a studiare la pratica rimborso. Sono già a buon punto invece le azioni legali messe in campo ad esempio dal comitato di Settebagni, dai residenti di San Lorenzo (diffide, esposto e richiesta risarcimento per danni al quartiere). C'è anche quella nata a Torpignattara: un esposto alla Procura della Repubblica che ipotizza il reato di interruzione di pubblico servizio.
 

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