Partiamo dall’area che, anche se non viene detto apertamente, Roma Capitale si accinge a scegliere: Tragliatella. Si tratta di una cava di basalto ormai esaurita nel XIV Municipio. I proprietari hanno già fatto sapere di essere contrari alla discarica. La cava è ormai stata riempita. Regione e Campidoglio scriveranno al Governo chiedendo un decreto che velocizzi i tempi delle procedure amministrative. Roma Capitale realizzerà l’impianto senza coinvolgere Ama. Se i proprietari si rifiuteranno di vendere l’area, dovrà utilizzare lo strumento dell’esproprio. E questo potrebbe allungare i tempi, anche alla luce di eventuali ricorsi alla giustizia amministrativa. In sintesi: sulla carta Roma dice che farà la discarica, nella pratica prima di aprirla passerà molto tempo. E la Capitale rischia di ritrovarsi per mesi con i rifiuti per strada (spoiler: la Regione darà la colpa al Campidoglio, il Campidoglio darà la colpa alla Regione). Ieri pomeriggio c’è stata una prima manifestazione dei residenti a Tragliatella (XIV Municipio). «Raggi e M5S ci condannano alle discariche» osservano da Fdi Federico Rocca (responsabile enti locali) e Alberto Mariani (capogruppo al XIV Municipio).
E in questi due anni (o 18 mesi a volere essere ottimisti) necessari per realizzare la discarica che facciamo? Nel Lazio ci sono altre discariche, ma non hanno grandi disponibilità: Civitavecchia rischia di dovere accogliere più scarti romani, lo stesso vale per Roccasecca. Sul tavolo una richiesta per una discarica a Magliano Romano. C’è sempre il nodo dei centri di stoccaggio. Tutto è possibile, visto che la Regione si è impegnata a eliminare dal piano dei rifiuti l’obbligo per Roma Capitale di essere autosufficiente. Inoltre, il Tmb di Rocca Cencia deve andare in manutenzione, addirittura è stato promesso al Municipio VI la sua chiusura. Questo comporterà la realizzazione di nuovi impianti simili (o il via libera a quello esistente, ma fermo, ad Albano) che potrebbero pesare sul resto della provincia proprio a causa delle modifiche promesse dalla Regione nel piano regionale dei rifiuti.
E mentre Zaghis, nel suo piano industriale, sogna un’Ama che investe sugli impianti e addirittura progetta un termovalorizzatore, la realtà è differente: in attesa della discarica di Tragliatella (se mai sarà realizzata) aumenta la dipendenza di Ama da altri territori. Sarà chiesto all’Abruzzo un nuovo accordo per 90 mila tonnellate; si è già parlato dell’intesa con l’emiliano-romagnola Hera (ma Zaghis sta trattando anche con altre aziende) per un incremento dell’esportazione; con l’aiuto del Governo si punta a un bando per spedire anche parte dei rifiuti all’estero. Altro che investimenti, Ama (e i romani) continuerà a pagare per esportare rifiuti. Lo stesso Zaghis racconta che Ama per portare gli scarti in altri impianti e in altri territori in un anno spende 136,4 milioni di euro, destinati a diventare 150 nel 2020. E questa cifra è limitata solo alla parte indifferenziata, perché Roma porta in Veneto e Friuli anche la frazione organica della differenziata.
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