Mariani, l'ex consigliera grillina contro Raggi: «Ci vuole capacità e correttezza, qualità che non ha»

Mariani, l'ex consigliera grillina contro Raggi: «Ci vuole capacità e correttezza, qualità che non ha»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 11 Agosto 2020, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 20:40

Neanche 24 ore e arrivano le prime critiche dal fronte "amico". Nulla a che vedere con gli attacchi delle opposizioni (più che prevedibili). A rompere la "barriera del silenzio" e a scagliarsi contro la ricandidatura della sindaca di Roma, Virginia Raggi, un'ex consigliera comunale che con la prima cittadina condivise la vittoria del 2016 aggiudicandosi uno scranno nell'Aula Giulio Cesare.

Attivista di ferro e grillina della prima ora, nonché portavoce del Movimento, Alisia Mariani decise di dimettersi dalla carica di consigliere due anni fa per dedicarsi alla famiglia e volare in Olanda anche se la scelta - si vociforò all'epoca - fu presa perché la misura di sopportazione nei confronti della giunta e della sindaca era ormai colma.  E oggi arrivano parole dure in lungo e fittissimo post su Facebook che in 30 minuti ha raccolto già altrettanti "like" con la media di uno ogni 60 secondi. Tra questi, anche il "mi piace" dell'attuale consigliera M5s in Campidoglio Gemma Guerrini e quello della presidente del VII Municipio Monica Lozzi che, abbandonato il Movimento, punta a correre per la carica di sindaco.

«Molte volte in questi anni mi hanno chiesto se mi fossi pentita di aver lasciato l'"ambito" ruolo di consigliere comunale - esordisce la Mariani - la risposta è sempre stata  "no, ovviamente" la mia famiglia era più importante». Ma se qualcuno le chiedesse oggi se ha qualche rimpianto «la risposta - dice - sarebbe diversa». In che senso? «Se potessi tornare indietro a 4 anni fa sapendo ciò che so oggi cambierei solo una cosa - continua la ex consigliera grillina - La mia risposta a Beppe Grillo che mi chiedeva, nel novembre del 2016, se mi fidassi di Virginia Raggi. Eravamo nel mirino per le accuse a Marra, per quelle alla Muraro, per la fuga estiva del primo assessore al bilancio. Conoscevo poco Virginia ma sembrava, come tutti noi, vittima degli eventi. Feci ciò che ritenevo giusto, per Roma e per il movimento: la difesi». 

Nel lungo post, a leggere le parole della Mariani, si percepisce senza troppa fatica una sorta di auto-critica nell'aver deciso, in quel momento, di blindare la Raggi e, al contempo, un j'accuse diretto alla prima cittadina (e a tutti quelli che la sosterranno) nella volontà di ricandidarsi alle prossime amministrative.



Lunghissima la lista delle "difese" alla prima cittadina ingoiate con il senno del poi obtorto collo. «La difesi senza conoscerla. La difesi senza sapere nulla di tutte quelle vicende. La difesi senza sapere che a dicembre, dopo l'arresto di Marra e il conseguente aut aut di Beppe ci avrebbe chiesto di proseguire anche senza simbolo del movimento. La difesi senza sapere che ci avrebbe convocati per un consiglio straordinario sulla liquidazione di Roma Metropolitane senza dire niente a nessuno e senza ascoltare i molti pareri discordi. La difesi senza sapere che sul consiglio straordinario su Ama sapeva già che la Muraro aveva un avviso di garanzia e non ci disse nulla ma ci mandò in aula a difenderla. La difesi senza sapere che si sarebbe tenuta nel cassetto i pareri dell'avvocatura sullo Stadio prima del nostro voto interno di maggioranza. La difesi senza sapere che avrebbe programmato insieme a Lanzalone la realizzazione di un concordato preventivo per Atac senza neanche avvisare la commissione competente se non al limite del consentito».

Basta così? Neanche per sogno. La Mariani continua: «La difesi senza sapere che nei miei due anni scarsi di consiliatura non avrebbe mai condiviso con noi nessuna informazione; che la nostra principale fonte di aggiornamento sarebbero stati i giornali. Sì i famosi "giornalai", che mi hanno detto molto più di quello che avrei mai voluto sapere. La difesi senza sapere che si sarebbe attorniata solo di "yesmen", evitando accuratamente ogni tipo di confronto. La difesi senza sapere queste e molte altre cose».

«Non si tratta quindi di mandati, anche se in altri tempi per un'uscita del genere "altri" sarebbero e - sono - stati espulsi». Se gli iscritti ora vogliono cambiare la regola «che si cambi, ne hanno facoltà», aggiunge l'ex consigliera ricordando come l'ultima parola per un Raggi-bis dovrà arrivare dal voto sulla piattaforma Rousseau. E a questo punto la Mariani sferra il gancio: «Ma qui si tratta di capacità. Di correttezza. Di condivisione.

Tutte qualità che reputo necessarie e non riconosco nell'attuale sindaco. Quindi, sì un rimorso ce l'ho. Purtroppo nella vita si sbaglia. E io ho certamente sbagliato. Ma non accadrà più».

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