Roma, a Piazza Vittorio bancarelle via dai portici. «Rilanciamo l’Esquilino»

Roma, a Piazza Vittorio bancarelle via dai portici. «Rilanciamo l’Esquilino»
di Francesco Pacifico
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Domenica 10 Novembre 2019, 10:52
Ci sono voluti oltre tre anni, ma dal prossimo 15 dicembre i portici di piazza Vittorio saranno liberati dalle bancarelle. E potrebbe essere il primo passo per riqualificare una delle più grandi piazze di Roma, assurta da anni a simbolo del degrado cittadino. La giunta del I Municipio ha deliberato il trasferimento dei sette ambulanti presenti, per trasferirli nei mercati vicini: quello dell’Esquilino (in via Turati), del Viminale (tra via Cesare Balbo e via Napoli), e quello di via Sommelier. Ora manca soltanto l’ultimo via libera alla determina del Municipio da parte del dipartimento Sviluppo economico di Roma Capitale per rendere operativo il passaggio.

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Ed è a dir poco soddisfatta la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi: «È stato un lavoro lunghissimo, tenendo conto che questo spostamento non rientrava tra le priorità, visto che le sette bancarelle non sono collocate su strade di grande viabilità. Ma è un segnale anche all’amministrazione Raggi, che in questi anni ha insinuato che non volessimo trasferirle. Ora scriveremo sia all’assessore allo Sviluppo, Carlo Cafarotti, sia al presidente della commissione Commercio capitolina, Andrea Coia, per sollecitarli alla chiusura di questa partita. E a seguire cominceremo a lavorare su via Cola di Rienzo, altra situazione molto complessa». Dagli anni Quaranta in poi i portici di piazza Vittorio hanno ospitato un mercato alimentare molto popolare e chiassoso, chiuso senza rimpianti nel Novanta. Erano rimaste sette bancarelle, tutte a rotazione, che vendevano per lo più biancheria. E che soprattutto richiamavano altri ambulanti abusivi, aumentando il livello di degrado già presente in quel suk che nell’ultimo ventennio è diventato l’Esquilino. «Gli amministratori dei condomini e le associazioni dei residenti sono anni che richiedono al Comune di spostare le bancarelle, ma lo abbiamo fatto noi», sottolinea Tatiana Campioni, assessore al Commercio del I. Area di pregio e molto centrale con i suoi palazzi umbertini, piazza Vittorio paga la mancata integrazione tra le varie etnie presenti, casi di criminalità e sporcizia che stanno mettendo a dura prova la pazienza dei residenti. Uno di loro, il regista Paolo Sorrentino, tratteggiò questo quadro con il Messaggero: «È la mancanza di un vero tessuto commerciale, che non sia solo distribuzione all’ingrosso, a favorire le condizioni di degrado. C’è un problema di manutenzione ordinaria, non parlo nemmeno di progetti, e questo favorisce il fatto che allignino tutte le forme di degrado possibile: dallo spaccio alla sporcizia alla ricettazione e anche dove non ci sono crimini c’è il mancato rispetto delle regole».
 
Per far spostare le bancarelle ci sono volute varie trattative con gli operatori - «Ma abbiamo trovato a tutti una collocazione, garantendo il loro lavoro», segnala la presidente Alfonsi - diverse conferenze di servizio e un escamotage. Infatti, nonostante lavorassero su suoli privati e di proprietà dei condomini, i banchisti non avevano mai ottenuto regolari liberatorie dai titolari degli stabili. E tanto è bastato per avviare il processo di trasferimento verso le aree mercatali. Come già fatto a Trastevere, il I Municipio è pronto ad ampliare il presidio di agenti di Polizia municipale, quando inizierà il trasloco per evitare che quegli spazi siano occupati da altri ambulanti senza licenza. Ma una volta liberati i portici, i residenti sperano che entrino nel vivo i progetti di restyling della piazza. Innanzitutto si aspetta che il Comune - nonostante i lavori siano in ritardo sulla tabella di marcia - restituisca i giardini che ospitano i resti del ninfeo di Alessandro e la cosiddetta Porta Magica. Nell’ultimo bilancio partecipativo di Roma Capitale, tra i progetti più votati per dividersi i 20 milioni di euro previsti, c’è quello presentato dai residenti che punta alla ripavimentazione dei portici, a ridipingere le facciate dei palazzi e a eliminare tutti gli arredi moderni, come le vetrine in alluminio, che poco si confanno con lo stile umbertino post unitario. Intanto il Municipio si è visto assegnare il parco di piazza Pepe, diventato negli anni una piazza di spaccio, e preme su Roma Capitale per utilizzare in loco gli oneri urbanistici legati alla riqualificazione dell’ex palazzo della zecca.
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