Frequenti litigi e problemi familiari avevano convinto recentemente la donna a lasciare l’abitazione sul litorale dove conviveva con l’uomo, tornando, insieme alla figlia di cinque anni, a convivere con i genitori. Non ne poteva più – confidava ai carabinieri di Castel Gandolfo, dei continui attacchi d’ira dell’uomo che la facevano vivere da tempo in uno stato di costante tensione. Così, dopo aver cercato di convincere la donna a fargli vedere la figlia nel corso di una lunga telefonata degenerata presto nell’ennesima lite, il 36enne si presentava sotto l’abitazione della donna chiedendo a gran voce di vedere la bambina. Richiamati dalla scenata sotto casa dell’uomo, l’ex compagna scendeva in strada accompagnata da alcuni familiari per tentare di ricondurlo alla ragione ma dopo un breve scambio di battute l’uomo impugnava improvvisamente una pistola.
Alla vista dell’arma la donna e i suoi parenti si precipitavano all’interno dell’abitazione mentre fuori dal cancello il 36enne esplodeva prima un colpo che centrava la cassetta della posta per poi allontanarsi subito dopo non prima di aver esploso altri colpi in aria. Immediata la richiesta di aiuto al 112 che mobilitava così i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Castel Gandolfo. I carabinieri intercettavano i due al confine con Marino proprio mentre l’aggressore stava tentando di ricaricare l’arma: riuscivano, infine, a bloccare i due e a recuperare la pistola. Dalle perquisizione dell’abitacolo saltavano fuori altri settanta proiettili rinvenuti nel cruscotto dell’auto.
Arrestati, infine, con l’accusa di porto abusivo d’arma, minaccia aggravata e danneggiamento i due venivano trasferiti in nottata al carcere di Velletri in attesa del processo. Ieri erano ancora in corso gli accertamenti sull’arma, una Browning calibro 7.65, che da una prima indagine non risulta censita negli archivi delle forze dell’ordine. Intanto a Fiano Romano un pakistano è stato arrestato per aver selvaggiamente picchiato la moglie. Lei aveva raggiunto il marito in Italia da appena quattro mesi. La donna colpita violentemente a calci e pugni dall’uomo che aveva sposato in Pakistan, il loro Paese d’origine. L’uomo, un trentenne che già da due anni si era trasferito è stato fermato in flagranza di reato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia dai carabinieri.
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