Marino, montagne di rifiuti nel bosco di Ferentano: c'è anche la scocca di un'auto

Marino, montagne di rifiuti nel bosco di Ferentano: c'è anche la scocca di un'auto
di di Chiara Rai
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Giovedì 14 Novembre 2019, 12:06
Buste nere di plastica, elettrodomestici, scocche di auto e rifiuti ingombranti di vario genere formano la discarica a cielo aperto nel bosco Ferentano, dimora prediletta degli incivili che deturpano una tra le aree verdi protette più belle e particolari dei Castelli Romani.
Una zona che può definirsi “pecora nera” nel circuito virtuoso della differenziata che l’amministrazione comunale marinese ha attivato da più di un anno, raggiungendo il 60 per cento di raccolta. Chi non differenzia, però, butta tutto nelle terre di confine e così, se ci si addentra di più nell’area verde, si trovano mobilio, lavatrici, frigoriferi, scarti di edilizia. Il bosco Ferentano si affaccia sulla via dei Laghi, dove non ci sono telecamere o fototrappole nascoste sugli alberi e diventa più semplice gettare l’immondizia ed evitare di essere scoperti. In questo contesto, i guardiaparco possono soltanto segnalare la presenza della spazzatura al Comune di competenza, nel caso specifico Marino, e denunciare all’autorità giudiziaria, in quanto il Parco Regionale sarebbe “parte lesa”.
Il sindaco di Marino Carlo Colizza (M5s ) conosce bene il fenomeno ma, se nelle altre aree sorvegliate speciali le sanzioni vengono erogate, al Ferentano la soluzione ancora non è stata trovata: «Un modo ci sarebbe – dice Colizza – probabilmente l’unico possibile, ed è quello di ragionare insieme al Parco e alle realtà associative per cercare di costruire una presenza fissa che valorizzi un territorio ricco di tesori naturalistici e storici. Sarebbe certamente un volano per il turismo e una soluzione per l’immondizia». Le dichiarazioni del sindaco, potrebbero rappresentare una svolta per arginare gli incivili e valorizzare il patrimonio del bosco. Colizza si riferisce alla particolare ricchezza di varietà di specie arboree con esemplari imponenti e secolari di farnie, cerri, roverelle, tigli selvatici, carpini bianchi,aceri e castagni. E poi c’è il borsolo, raro e di notevole interesse biogeografico.
Qualche mese fa Italia Nostra aveva lanciato l’allarme e organizzato un incontro a Marino per chiedere «urgenti interventi di recupero». L’archeologo Paolo Montinari ha fatto ben capire l’importanza del bosco Ferentano, per la prima volta messo in relazione con la divinità latina Ferentina dagli eruditi del Cinquecento: «Una ricchezza ha detto l’esponente di Italia Nostra - minata dai rifiuti. I recenti sviluppi della ricerca scientifica in campo archeologico hanno consentito di esaminare più accuratamente le fonti letterarie antiche come Plinio, Columella e Festo, che hanno trattato del Bosco e della Fonte di Ferentina, già sede delle adunanze annuali federali della Lega Latina. Tanta ricchezza paesaggistica, archeologica e storica, impone, però, un esame dello stato attuale dei luoghi, che richiedono urgenti interventi di recupero».
 
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