Caso Vannini, al via oggi il nuovo processo: la verità della fidanzata del figlio di Ciontoli

Caso Vannini, al via oggi il nuovo processo: la verità della fidanzata del figlio di Ciontoli
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 13:40

«Un nuovo processo per i Ciontoli». Un lungo applauso aveva accompagnato la decisione degli ermellini lo scorso 7 febbraio in Cassazione. E così, per l’omicidio di Marco Vannini, scatterà oggi l’Appello bis (a porte chiuse) con la possibilità di ascoltare altri testimoni: la vicina di casa dei Ciontoli mai ascoltata prima e Viola Giorgini non come indagata ma come testimone e valutare nuove perizie, tra cui quella della Emme Team, società americana la quale sostiene che in quella casa, durante la telefonata al 118 delle 23.41 del 17 maggio 2015, fossero presenti altre due «voci maschili».

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Il 20enne cerveterano fu ucciso con un colpo di pistola cinque anni fa mentre si trovava a casa della sua fidanzata, a Ladispoli. Di quello sparo si attribuì la responsabilità Antonio Ciontoli, capofamiglia e sottoufficiale della Marina e nei servizi. Presenti nella villa anche la moglie, Maria Pezzillo, i figli Martina e Federico e Viola Giorgini, la sua fidanzata. 

LA VICENDA
Una tormentata vicenda giudiziaria iniziata da Civitavecchia il 4 marzo 2016, giorno in cui il gup accoglie la richiesta del rinvio a giudizio per i Ciontoli. Pesante il capo di accusa: «Omicidio volontario». Per Viola Giorgini «omissione di soccorso». Passano due mesi e in Corte d’assise scatta l’iter dibattimentale. Vengono sentiti testimoni, gli stessi Ciontoli, fino al 21 marzo 2018 quando nella requisitoria il pm Alessandra D’Amore, a capo delle indagini, chiede 65 anni complessivi di pena per gli imputati. Sentenza il 18 aprile: 14 anni ad Antonio Ciontoli per «omicidio volontario», 3 per i suoi familiari solo per «colposo». Colpo di scena: la Giorgini è assolta. La parti civili presentano ricorso e si arriva all’8 gennaio 2019. Vincenzo Saveriano, procuratore generale, richiede 14 anni per omicidio volontario per i Ciontoli. Sentenza pronunciata il 29 gennaio dai giudici Andrea Calabria e Giancarlo De Cataldo: pena ridotta a Ciontoli fino a 5 anni, con derubricazione del reato da omicidio volontario a colposo e conferma a 3 anni per i familiari. Bufera in aula. La madre di Marco urla alla Corte: «Vergogna, hanno ucciso mio figlio, aveva solo 20 anni». Il giudice Calabria avverte i Vannini: «È oltraggio alla Corte, se volete fare una passeggiata a Perugia ditelo…».

Si indigna persino Alfonso Bonafede, il Guardasigilli, che spedisce gli ispettori ministeriali. Scatta un nuovo ricorso dei legali dei Vannini, Franco Coppi e Celestino Gnazi e del pg Saveriano, ma anche della difesa con i legali, Pietro Messina e Andrea Miroli, che pretendono l’assoluzione per i familiari di Ciontoli. A febbraio di quest’anno invece la Cassazione dà ragione agli avvocati dei Vannini accoglie di fatto la requisitoria del sostituto procuratore della Cassazione, Elisabetta Ceniccola, che aveva definito la vicenda, «gravissima e disumana». Oggi le richieste. I Vannini chiederanno venga ascoltata Maria Cristina Imperato, la vicina di casa Ciontoli mai sentita prima. La difesa invece chiederà che venga ascoltata Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli.
 

 

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