Roma, raid al Peano: studenti vandali pagati per far saltare le lezioni

Il liceo Peano
di Alessia Marani
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Martedì 28 Gennaio 2020, 11:48

Pagati per entrare nella scuole, svuotare gli estintori, vandalizzare aule e corridoi e impedire, così, lo svolgimento delle lezioni. Non solo una folle sfida tra licei lanciata via social a ottobre, ma dietro ai continui raid al “Peano”, al “Primo Levi”, al tecnico “De Pinedo” all’Ardeatino e, in parte, anche al “Ruiz” dell’Eur, vi sarebbe persino un giro di mazzette tra studenti che, di volta in volta, si trasformano in mandanti di incursioni su commissione - e a pagamento - pur di saltare interrogazioni o compiti in classe programmati per il giorno successivo.

Roma, nuovo raid al Liceo Peano: studenti vandali per una sfida su Instagram

LA CONFESSIONE
«Io i soldi non li ho presi, ma so che c’è chi paga perché siano commessi questi raid», ha confidato candidamente uno dei tre studenti denunciati dalla polizia, un minorenne, per l’ultimo blitz al liceo Peano di via Morandini, tra giovedì e venerdì notte. Prima di loro i poliziotti avevano già sorpreso e denunciato altri 8 ragazzi, tutti apparentemente irreprensibili liceali.

Adesso, però, l’ammissione del 14enne apre uno squarcio ancora più preoccupante su una vicenda che sta assumendo i contorni di un autentico problema di ordine pubblico e per cui, a fine anno, circa 500 genitori firmarono un esposto indirizzato al questore.

Esasperati i presidi. Si contano, infatti, già 11 incursioni al Peano, 9 al Primo Levi, 3 al De Pinedo, il tutto per circa un mese di lezioni perse. Senza contare i danni economici e i rischi per la salute degli alunni: alcuni, respirando le polveri tossiche degli estintori, hanno accusato malori, motivo per cui i dirigenti scolastici sono costretti a chiudere gli istituti per permettere le bonifiche.

MISURE PIÙ SEVERE
Si tratta di raid sempre seguiti da “stories” di Instagram su cui viene aggiornato lo score: Peano 11 - Primo Levi 9. A questo punto, è probabile che per pareggiare il bilancio, i vandali tornino ad agire al Primo Levi. Ma questa volta, vista la gravità e la serie di condotte, invece di una denuncia la Procura potrebbe decidere di disporre l’arresto, anche nel caso di minori e incensurati.
E non è escluso che potrebbero essere presi provvedimenti anche nei confronti di quei genitori responsabili di non avere vigilato sui propri figli, con l’affidamento di questi alle case famiglia. I tre studenti rintracciati e denunciati venerdì dagli agenti del commissariato Tor Carbone (che ormai sono costretti a occupare molto del loro tempo dietro alle baby-gang), sono dunque due minorenni di prima classe e un maggiorenne che frequenta la quarta.

Incappucciati sono stati visti entrare a scuola da un residente. L’allarme ha suonato, la sirena è partita però dopo un paio di minuti, e i ragazzini disturbati nella fuga, hanno perso uno zaino grazie al quale i poliziotti diretti dal dottor Antonino Russo sono riusciti a rintracciarli.

EDIFICI NON PROTETTI
Rispetto ai primi raid i tre avevano cambiato strategia, non agivano più, infatti, nel cuore della notte ma dopo cena, probabilmente per non insospettire le famiglie. Qualcuno ha detto di andare a giocare a calcetto, un altro che sarebbe stato dalla fidanzata. Invece i tre sono entrati in un garage condominiale, hanno rubato gli estintori e si sono diretti al Peano.

Le scuole hanno organizzato incontri con le famiglie, avviato le prime procedure di espulsione per gli studenti denunciati, ma non basta.

Gli allarmi di cui sono dotati gli edifici della Città metropolitana non sono adeguati, mancano le telecamere, nè sarebbe stato attivato un servizio di vigilanza privata e le scuole restano in balia di qualche “testa calda”.

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