E vedendo questa scena, i commercianti della zona cominciano a dire che «il conte Antonelli stava trattando con alcuni speculatori d’incettare l’acqua di Trevi, unico liquido che era rimasto libero». D’incettare cioè di dare via, di vendere. L’operazione, ammesso che fu tentata davvero, non andò a buon fine. Dunque è stato più fortunato quell’imbroglione di Totò che non solo l’acqua ma l’intero monumento della Fontana di Trevi riuscì a piazzare a un ingenuo italo-americano di passaggio. Il maestro del De Curtis dev’essere stato il conte Antonelli, ma, come spesso accade, l’allievo ha superato l’insegnante.
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