Roma, il manager cinese a Roma: «Italiani state a casa, ecco per voi le mascherine»

Andrea Xudong Xu, Ceo di Bosideng Europa
di Alessia Marani
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Venerdì 3 Aprile 2020, 12:26
Quando l'incubo del coronavirus sembrava lontano anni luce dal nostro Paese, era lui Andrea Xudong Xu, importante manager della moda cinese, a informare gli italiani che i suoi connazionali di rientro dalla Cina si ponevano tutti automaticamente in quarantena: 14 giorni in stanze completamente separate dal resto della famiglia, oppure in camere di hotel o in villette fuori città appositamente affittate, per scongiurare qualsiasi possibilità di contagio. Chi non era in grado di sostenere le spese, riceveva il controbuto dall'intera comunità o dal datore di lavoro.

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Adesso, paradossalmente, è lui a non smettere di dire ai suoi amici, colleghi e conoscenti italiani, di non uscire, di non sottovalutare il rischio. "Mi raccomando restate a casa, se l'Italia avesse fatto 14 giorni di chiusura totale, ferrea, al 100 per cento e non all'80 o al 90, probabilmente saremmo già fuori". Ma Xu, Ceo di Bosideng Europa, azienda leader nella produzione di piumini, non si attiva solo a parole. Per quanto è nelle sue possibilità ha già fatte avere 500 mascherine agli agenti di polizia del Polo Tuscolano, a Roma, altre 3500 le ha donate alla comunità di Sant'Egidio che nella Capitale continua a offrire assistenza ai tanti senzatetto, agli anziani e alle famiglie che vivono in difficoltà, dalla Cina ha già organizzato due carichi in partenza in queste ore per l'Italia, con diecimila tute di protezione destinate ai medici e agli infermieri dell'ospedale di Benevento e, grazie all'aiuto delle autorità dello Changshu, la sua città di origine, con 40mila mascherine e 10mila paia di occhiali protettivi per la provincia di Taranto. Non basta, con i familiari e la rete delle associazioni cinesi a Roma, sta distribuendo mascherine per quanto gli è possibile. E tanti romani in questi giorni nelle cassette della posta stanno trovando una sorpresa più che gradita: le mascherine. "In questi anni a Roma e in Italia - spiega - abbiamo stretto legami di amicizia ed economici importanti e come cinesi ci sentiamo in dovere di aiutare chi adesso si trova a combattere con questo nemico invisibile comune. C'è bisogno della pace mondiale per stare tutti bene". Xu ricorda i giorni di autoisolamento in un albergo del Salario tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio. "E' una continua quarantena - scherza ora - infatti ho evitato di tornare in Cina in questo periodo altrimenti adesso mi metterebbero in isolamento anche là. Ma Roma è la mia seconda casa, l'Italia il mio secondo Paese. Per questo vorrei dire a tutti di non abbassare la guardia, di non uscire, di usare tutte le accortezze. A Prato dove la comunità cinese è molto grande non ci sono stati casi importanti di contagio del Covid-19 il che vuole dire che le nostre precauzioni che potrebbero sembrare eccessive hanno funzionato". Ma che cosa dovrebbero fare di più gli italiani? "Uscire davvero solo per lo stretto indispensabile - dice - qui per esempio ci sono molti ascensori e grandi condomini. In Cina all'ingresso di ogni condominio hanno messo distributori di gel disinfettante per  non infettare maniglie e spazi comuni; non pigiare i bottoni degli ascensori o degli interruttori senza protezione, anzi evitare l'ascensore che è uno spazio piccolo senza ricambio d'aria. Chi può faccia sempre le scale. Infine: la spesa e l'approvvigionamento. In Cina per ogni zona c'è un gruppo di volontari che riceve le chiamate e si occupa di portare il cibo o le medicine. Anche qui dovrebbe essere organizzato in quetso modo in maniera che nessuno esca. Questo virus è troppo furbo, più di noi". Xu non vede l'ora di tornare "in pista". Il ricordo delle passerelle è sfocato, sorride riguardando le foto con Chiara Ferragni più smagliante che mai. "Le imprese dell'abbigliamento stanno perdendo stagioni intere - commenta - le merci sono ferme nei magazzini e bisogna muoverle. Come? Aiutando gli imprenditori a spostare le merci sui mercati ancora aperti, bisogna aiutarli a svuotare i magazzini altrimenti i danni saranno irreparabili. E non vale solo per l'abbigliamento". 
 
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