L’allarme per gli automobilisti sta diventando grande, il pericolo pure. Le due strade che da Tivoli conducono a Marcellina, porta d’accesso al Parco dei Monti Lucretili, sono percorse sempre più spesso da branchi di cinghiali. Le scorrerie degli animali sulla carreggiata, specie di sera e specie ora che si formano nebbie, preoccupano ormai migliaia di automobilisti. Gli investimenti si ripetono e anche gli incidenti. Il problema riguarda tutta la zona - Guidonia, Palombara, San Polo dei Cavalieri, Sant’Angelo Romano, Licenza - e c’è una costante: nessuno dei Comuni del circondario ha preso provvedimenti drastici o specifici. Ci sono state, è vero, lettere «preoccupate» alla Regione Lazio. Ma nonostante gli episodi si intensifichino, non ci sono campagne estese di cattura, non progetti di recinzione delle aree boschive, non piani di abbattimento selettivo come avviene da anni ad esempio in Abruzzo, nelle Marche e in Toscana.
Roma, il cinghiale invade il campo di padel: sorpresa in un circolo sportivo sulla Cassia
Marcellina, 17 chilometri a nord di Tivoli, è raggiungibile con la comunale “Caolini” o con la Provinciale 30/A.
«Gli incidenti sono frequenti - dice un vigile urbano - Mettere sotto un cinghiale significa riportare danni quasi sempre seri alla macchina e c’è, ovviamente, il rischio di finire fuori strada». «In effetti - conferma un carrozziere di Guidonia - Ho fatto diverse riparazioni a clienti che reduci da un investimento. Sono bestie grosse e le macchine riportano danni, come minimo, da centinaia di euro». «Non si capisce - aggiunge un gruppo di cacciatori - perché il Lazio si comporti diversamente da altre regioni. Non si tratta di voler abbattere per il gusto di farlo abbattere. Amare la Natura non significa ignorarne le logiche. C’è un grande rischio. Bisogna parlarne e fare qualcosa. Prima che accada qualche tragedia».