"Piovono" pietre su via Antonio Gramsci a Castel Gandolfo, la strada sulla quale affaccia il parcheggio del lago di piazza dei Giochi Olimpici, interessata da oltre un anno dalla chiusura parziale per il dissesto del costone soprastante. Nulla di preoccupante, però, quanto sta accadendo in questi giorni visto che il precipitare dall’alto di massi più o meno piccoli, sassetti e terriccio è semplicemente l’effetto dei lavori di bonifica nell’area di proprietà del Comune. Un lavoro di messa in sicurezza atteso da tempo e avviato, già da alcuni mesi, con i lavori propedeutici e preparatori a cura di una ditta specializzata che oltre a tecnici e rocciatori esperti si avvale di tecniche innovative tanto da attirare la curiosità di molti passanti, sportivi e fruitori del lungolago e dei boschi circostanti.
I massi giudicanti pericolanti, collocati ad altezze anche superiori ai venti metri da terra, vengono prima bucati e imbracati con particolari funi in ferro. I fori successivamente sono riempiti con del materiale speciale, ovvero delle schiume chimiche che espandendosi, nel corso dei giorni successivi, provocano venature e poi la rottura del masso in più punti, riducendone, così, la pericolosità. L’operazione, trascorso un lasso di tempo che può variare a seconda della consistenza, si conclude con il rotolamento verso terra di parti del masso ridotti ormai ad un grado di pericolosità inconsistente anche perché l’area è tuttora transennata ed interdetta al passaggio e all’accesso.
«L’obiettivo è riaprire l’area interessata entro la fine del prossimo mese – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Tiziano Mariani - e magari anche qualche settimana prima. Per bonificare la zona, oltre al reperimento dei fondi comunali con i quali abbiamo potuto appaltare l’opera, si sono dovute superare una lunga serie di procedure burocratiche, amplificate, poi, dalle problematiche e lungaggini frapposte dell’emergenza Covid».
Con l’attuale intervento si conta di mettere in sicurezza tutta l’area comunale interessata nella zona soprastante via Gramsci e il parcheggio, grazie al “rotolamento” e alla caduta programmata delle parti più piccole ottenute dalla rottura dei grossi massi.