Castel Gandolfo, alla scoperta dell'Emissario del lago Albano: costruito dai romani nel IV secolo a.C

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Castel Gandolfo, apertura straordinaria dell'incile dell'Emissario del Lago Albano nei giorni scorsi, con centinaia di visitatori, con l'accesso alla struttura costruita dai romani in epoca repubblicana intorno al IV secolo a.C. tutto regolato nel rispetto del bene e della conservazione dell'importante percorso storico archeologico che ha circa 2.500 anni. L'apertura straordinaria è stata resa possibile grazie agli accordi e alla collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Archeologici del Lazio, dei Comuni di Castel Gandolfo, Albano Laziale e del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Grazie alla disponibilità dei gruppi federati all'Associazione Hipogea esperti di speleologia subacquea e cavità sotterranee : Roma Sotterranea,  Asso ed Egeria. I cui esperti volontari hanno esposto ai visitatori gli esiti del progetto " Albanus " che va avanti dal 2013 . L'apertura si è svolta in occasione dell'evento-convegno "Le lavannare alle Mole di Albano Laziale" che si è tenuto lo scorso week end all'uscita della bocca dell'antico emissario romano in Località "Le Mole" di Albano, dove ci sono gli antichi fontanili medievali. Dove sono intervenuti il presidente del locale comitato Gianni Culini, il sindaco Massimiliano Borelli, le autorità civili, religiose e militari e molti cittadini ed esperti di storia antica e speleologia subacquea  . L'ingresso  originale dell'emissario, lungo circa un km e mezzo si trova in via dei Pescatori, sul lungolago di Castel Gandolfo, dove al suo interno gli speleologi hanno lavorato per molti anni per cercare di riportare alla fruibilià con accurate pulizie fatte dagli speleo subacquei con strumenti e attrezzature speciali parte dell'antico percorso. Circa un km e mezzo di cunicoli di grande ingegneria romana, che serviva a far defluire l'acqua in eccesso del lago dei Castelli Romani, rimasto attivo fino agli anni 1970, ora le acque lacustri sono 3 metri sotto il livello della struttura. Percorso che risulta ancora pieno di terra e acqua con fanghiglia molto alta in certi punti.

 " Il progetto all'interno dell'emissario continuerà nei prossimi mesi, dove continueremo a mettere tutta la nostra passione e il nostro impegno ha detto la presidente della federazione Hipogea Carla Galeazzi, con lo scopo di valorizzare il percorso e renderlo visitabile almeno nella prima parte dell'incile fino alle prime concrezioni acquose. Per poi continuare il lavoro sperando di arrivare col tempo alla fine di questa stupenda costruzione di grande ingegneria per quell'epoca tra il 397 e il 398 a.C. che finisce nel comune di Albano, e sversava verso il Tevere, costruita senza pozzi e allineamenti dai romani, per regimentare le acque del lago Albano, equiparabile a l'altro emissario del vicino lago di Nemi "  .

Foto Luciano Sciurba