Nella lettera del Mef, che rivendica lo sgombero immediato dell'immobile, viene ripercorsa la «complessa vicenda» del palazzo di via Napoleone III. «L'immobile è in consegna per uso governatiovo al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca dal 1963 e dal 2003 è occupato abusivamente dall'associazione e da alcune famiglie in emergenza abitativa» è riferito nella lettera. Dopo l'occupazione lo stesso ministero ha segnalato, già dal settembre del 2003, a Prefettura e Agenzia del demanio «l'urgenza di un immediato recupero dell'immobile, segnalazioni nuovamente sollecitate nel 2004, 2005 e 2008». Si specifica, poi, che nel 2007 il Comune di Roma ha stabilito un programm di assegnazione di diecimila alloggi popolari, «prevedendo di destinarne alcuni ai nuclei familiari collocati in immobili storicamente occupati, come quello di via Napoleone III».
Si riporta nella lettera anche il Piano straordinario per l'emergenza abitativa nel Lazio e nella città di Roma e, anche in questo caso, c'erano soluzioni per gli occupanti di via Napoleone III. «Nel 2016 il commissario straordinario del Comune di Roma ha disposto di dare attuazione a tale programma regionale, dando atto che le priorità di intervento sugli immobili occupati erano state stabilite a seguito delle decisioni in merito assunte dal tavolo tecnico, costituito dal prefetto di Roma». Nell'elenco dei 74 immobili da sottoporre a sgombero «figura l'immobile di via Napoleone III che non è stato classificato tra i 16 per i quali è stato delineato in via prioritaria un primo piano di interventi di sgombero».
Immediata la reazione di Simone Di Stefano, leadre di casaPound: «Come volevasi dimostrare, il palazzo di via Napoleone III non desta preoccupazioni, non ha problemi di alcun genere, non ci sono provvedimenti giudiziari in corso e quindi non ci sono motivi per sgomberarlo». Che continua: «La sede di CasaPound rimarrà nel palazzo di via Napoleone III e lo stabile non sarà sgomberato almeno finché esisteranno centri sociali: una volta sgomberati tutti i centri sociali, allora vedremo - aggiunge Di Stefano - Difenderemo la nostra occupazione fino alla fine, e su questo si mettessero tutti l'anima in pace perché la questione non sarà risolta a breve». «Sono convinto che la questione sia solo politica - continua il leader di CasaPound - serve ai 5Stelle per fare muscolo nei confronti di Salvini, per questo continuo braccio di ferro con la Lega che danneggia solo il Movimento 5 Stelle, che perde consensi. Dovevano fare una rivoluzione nelle città dove avevano vinto, ma così non è stato e continuano a perdere terreno a beneficio di Salvini: fanno solo la figura degli spacchettati».
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