Roma, «Ritrovo di pregiudicati», il Prefetto chiude il bar Swami a San Basilio

I sigilli apposti al bar di San Basilio a dicembre
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Martedì 16 Marzo 2021, 14:02

Dopo il bar Moccia a Tor Bella Monaca è scattata questa mattina la revoca della licenza per un altro locale romano: il bar Swami, di via Fiuminata, nel cuore del quartiere di San Basilio. A deciderlo, il Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi che prosegue in quello che viene definito un «approccio sistemico nelle periferie» con azioni mirate ad aggredire il degrado e la criminalità, attraverso indagini specifiche e azioni di monitoraggio a più largo raggio, andando a verificare anche l'assetto societario di locali e attività commerciali. In questa ottica Piantedosi per la prima volta ha deciso di adottare uno strumento, il Dpr 616 del 77, articolo 19, comma 4, in base al quale può chiedere al Comune di revocare la licenza. E ieri, a San Basilio, c'era anche la sindaca Virginia Raggi

Il bar Swami era già stato chiuso nel dicembre scorso per 5 giorni. I sigilli scattarono dopo alcuni controlli dei carabinieri che permisero al Questore di firmare l'ordine di sospensione perché il bar era ritrovo abituale di persone pregiudicate o pericolose.

Dopo la riapertura i monitoraggi sono continuati, e a quanto pare, nulla sembra essere cambiato nel frattempo. Stesse frequentazioni, stessi risultati investigativi: Swami è tornato a essere, stando alle indagini, ritrovo di personaggi pericolosi, pregiudicati, dediti al traffico illecito e all'assunzione di sostanze stupefacenti. Per cui la licenza è stata ritirata in via definitiva.

In particolare, per quanto riguarda i locali commerciali, la logica del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica coordinato dalla Prefettura tende ad individuare assetti proprietari, frequentazioni o utilizzo dei locali. Lo strumento normativo è il Dpr 616 del 77,- articolo 19, comma 4 - presente da oltre 40 anni, che Piantedosi ha deciso di usare. Una strategia elaborata e condivisa in sede di Comitato provinciale ordine e sicurezza, che ha già portato alla sospensione di decine di attività con provvedimento del Queatore di Roma, Carmine Esposito e ora a delle revoche definitive.

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