Autostrade Lazio e Abruzzo, sindaci sul piede di guerra con gli aumenti dei pedaggi

L'ingresso dell'autostrada Roma-L'Aquila
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 14:51
Non si ferma la protesta dei sindaci del Lazio e dell'Abruzzo che chiedono il blocco delle tariffe sulle autostrade a
A24 e A25, con in più la messa in sicurezza delle due arterie. Gli amministratori locali torneranno a protestare il prossimo 23 marzo a Roma di fronte alla sede del ministero Infrastrutture e Trasporti. I sindaci sono impegnati da mesi nella lotta al «caro pedaggi e per la sicurezza delle autostrade A24/A25»: il malcontento è ancora più forte per la mancata convocazione da parte del ministro De Micheli. Lo fanno sapere, con una nota, i sindaci che sono sul piede di guerra per evitare l'aumento delle tariffe, circa il 20%, scongiurato per ora con il congelamento fino a giugno. Nella nota citano il Piano economico finanziario legato alla concessionaria Strada dei Parchi, in attesa di rinnovo dal 2014, sul cui varo, secondo gli amministratori, ci sarebbe responsabilità del Mit che non ha dato risposta ai chiarimenti della Commissione europea che ha chiuso la pratica senza esaminarla. I sindaci, che avevano già polemizzato a lungo con l'allora ministro Toninelli, «ribadendo che non è una battaglia di colori politici, ma di civiltà, rendono noto che, in caso di ennesimo mancato riscontro, preoccupati per gli effetti negativi, soprattutto in materia di sicurezza, che potrebbe avere la chiusura della pratica presso l'Unione Europea a causa del mancato riscontro da parte del Mit ai chiarimenti richiesti, torneranno a manifestare. La soluzione definitiva passa necessariamente per  l'adozione di quel Piano Economico Finanziario inviato in Europa».
Il piano prevede messa in sicurezza strutturale antisismica di ponti e viadotti insieme alla stabilizzazione delle tariffe con un investimento di circa 3,1 miliardi, tra cui 2 a spese dello Stato e la restante parte a carico del concessionario. Il progetto è contenuto nella legge di stabilità 2012, quando le due arterie sono state inserite tra le opere strategiche ai fini di protezione civile in occasione di calamità naturale, status riconosciuto dopo il terremoto del 2009.
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