Per non lasciare scoperto il vertice dell’ufficio gip e gup del Tribunale di Roma, il presidente Bruno Azzolini è arrivato al punto di scrivere una lettera al Capo dello Stato Sergio Mattarella. A maggio, non appena Azzolini raggiungerà l’età pensionabile e andrà in congedo, non ci sarà nessuno a guidare questo strategico ufficio che si occupa di indagini preliminari e udienze preliminari. Da un anno e mezzo, infatti, è scoperto il posto da presidente aggiunto della sezione gip-gup. Per questo motivo Azzolini si è trovato costretto a rivolgersi direttamente a Mattarella, in qualità di presidente del Consiglio superiore della magistratura.
LO STALLO
Ad ottobre del 2021 Maurizio Silvestri, che ricopriva il ruolo di presidente aggiunto della sezione gip-gup, è andato in pensione.
LA MISSIVA
Lo stesso giorno, stanco di questo stallo, il presidente dell’ufficio gip-gup Bruno Azzolini ha scritto una lettera al presidente del Csm Sergio Mattarella e al vice presidente Fabio Pinelli, esprimendo la sua «preoccupazione» del fatto che a maggio, quando anche lui andrà in pensione, l’ufficio «resterà senza direzione». «Trovo increscioso - ha scritto il dottor Azzolini - che il Consiglio della magistratura non abbia ancora deciso». Questa situazione, infatti, «mina l’immagine della giustizia e mette a rischio la credibilità del sistema».
Il paradosso è che ci sono i candidati al posto, vacante da un anno e mezzo, ma le guerre intestine tra le correnti interne alla magistratura non permettono di arrivare a una nomina. Insomma, il caso Palamara non ha insegnato nulla e, soprattutto, non ha cambiato dinamiche.
L’ORGANICO
Nell’ufficio gip-gup del Tribunale di Roma, al momento, oltre al presidente aggiunto, mancano anche quattro magistrati in organico, che sono stati trasferiti e non sostituiti. Tra di loro c’è anche uno che è finito sotto procedimento disciplinare al Csm per la mole di fascicoli arretrati. Fino a un anno fa, infatti, nei corridoi della Procura capitolina ci si lamentava del “tappo” che si era creato nell’ufficio gip. In alcuni casi, infatti, i pubblici ministeri dovevano attendere oltre un anno e mezzo per avere una pronuncia del giudice sulle richieste di misure cautelari; a costo di farne decadere l’attualità. Ma ora, il “nuovo corso” di Azzolini, ha rimesso in linea il lavoro. Le difficoltà, invece, vengono dal sistema informatico in dotazione che spesso costringe i gup a interrompere le udienze preliminari o a rinviarle.
Su forniture e organico la Procura è messa decisamente messa: su una pianta di 94 sostituti procuratori, ce ne sono solo 79; mentre a fronte dei 613 amministrativi previsti in organico, ce ne sono soltanto 429. E poi manca tutto ciò che serve per lavorare: carta, timbri, toner, cavetti, web-cam. I giudici sono costretti a portarsi la cancelleria da casa.
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