Roma, rifiuti in strada: multe soft di Ama alle ditte che non li ritirano. Ira di cittadini e ristoratori

In molte zone della città - Prati, Trastevere, Tiburtino, Ostiense e Pigneto su tutti - i bidoncini con vetro, plastica, carta e organico sono svuotati lentamente oppure non vengono proprio ripuliti

Roma, rifiuti in strada: multe soft di Ama alle ditte che non li ritirano. Ira di cittadini e ristoratori
di Francesco Pacifico
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Sabato 22 Luglio 2023, 06:39

I vertici di Ama prendono carta e penna e scrivono, per richiamarle, alle ditte private che devono ritirare i rifiuti davanti a ristoranti, bar, negozi e supermercati. In molte zone della città - Prati, Trastevere, Tiburtino, Ostiense e Pigneto su tutti - i bidoncini con vetro, plastica, carta e organico sono svuotati lentamente oppure non vengono proprio ripuliti. Con il risultato che questi ritardi danno il fianco agli esercenti, che gettano la loro spazzatura nei cassonetti destinati alle famiglie o per strada. E l'effetto è sotto gli occhi di tutti: i secchioni si riempiono prima del dovuto e i sacchetti di spazzatura finiscono sui marciapiedi, con ulteriori rallentamenti alla raccolta.

Il neo direttore generale, Alessandro Filippi, ha aperto un monitoraggio per controllare che cosa non va in questa filiera.

Da qui la decisione di inviare lettere di richiamo e le prime sanzioni alle aziende in appalto. Misure che - in questa fase - si dimostrano ancora armi blande, visto che soltanto le ditte recidive rischiano di vedersi decurtata una parte consistente dei compensi o revocato l'affidamento dell'appalto.

A quasi quattro mesi dall'avvio del nuovo appalto delle Und (utenze non domestiche) Ama si rende conto che sono lontani gli obiettivi che hanno spinto la municipalizzata a impegnare oltre 235 milioni di euro per i prossimi tre anni. Cioè, più giri di raccolta al giorno, che nelle zone della movida devono salire anche a tre turni; un numero maggiore di camioncini e di netturbini in servizio; un costante monitoraggio sulle quantità di rifiuti ritirati, soprattutto per indicare quelle utenze (negozi, bar, ristoranti e supermercati) che non rispettano il calendario dei conferimenti. Da quanto trapela in via Calderon de La Barca, le ditte richiamate sono state accusate di non aver messo a disposizione tutti i mezzi previsti dal contratto oppure di non aver presentato sufficienti report sull'attività svolta.

 

GLI OBIETTIVI

Intanto il nuovo dg Filippi lima le strategie per rilanciare Ama e realizzare l'obiettivo concordato con l'azionista (il Campidoglio) «di farne un'azienda normale». In primo luogo sta ultimando un monitoraggio sulla qualità delle manutenzioni: da mesi la flotta della municipalizzata è per la metà ferma per guasti. Il manager, da un lato, sta completando un sistema di tracciamento sulle lavorazioni (cioè sui tempi, sui ricambi necessari e sulla spesa complessiva), dall'altro ha rafforzato gli strumenti per permettere ai vari dipartimenti delle aziende di comunicare in tempo reale le necessità sui mezzi. In quest'ottica si starebbe cercando anche un nuovo responsabile della flotta. In via Calderon de La Barca, però, sperano di rientrare da questa situazione in autunno. Parallelamente, Filippi ha iniziato a lavorare per rimodulare i giri di raccolta, la cui pianta è stata rivista per l'ultima volta nel 2015: l'idea è mandare più squadre e più mezzi dove c'è maggiore produzione di rifiuti, anche migliorando la logistica. Ma al centro dei suoi progetti ci sarebbe anche quello di ricontrattare le intese chiuse nei mesi scorsi con alcuni fornitori per trattare e smaltire i rifiuti raccolti nella Capitale: Ama, di fatto, non ha più impianti propri e spende nei siti del Lazio e del resto d'Italia per far lavorare gli scarti quasi quanto paga per portarli all'estero. In quest'ottica, ieri il presidente Daniele Pace ha visto l'assessore regionale ai Rifiuti, Fabrizio Ghera, per discutere sulle alte tariffe finora garantite agli impianti del Lazio.

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