Roma, i rami potati restano in strada: i depositi comunali sono pieni

Nella sede del Servizio Giardini si sono accumulati metri cubi di arbusti raccolti

Roma, i rami potati restano in strada: i depositi comunali sono pieni
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 06:31

Il paradosso è che la sede del Servizio Giardini del Campidoglio, a Porta Metronia, è occupata da tronchi, rami, fronde, e tutti i resti degli alberi caduti a Roma negli ultimi mesi, intasandola perché diventata di fatto un deposito. Non c'è quartiere di Roma che si salvi: negli ultimi mesi ci sono stati 171 sequestri della polizia locale per alberi crollati. In una sessantina di giorni (principalmente tra agosto e settembre) solo a Parioli si sono contate 35 operazioni, 22 nella zona del Tintoretto, 19 di Montemario. E 18 quelle dei vigili di Trevi.

LE CONDIZIONI

Il pericolo non accenna a finire: gli alberi crescono e con le loro radici alzano i marciapiedi, rendendo in alcune zone del territorio praticamente impossibile farsi due passi. I cammini pedonali sono pieni di avvallamenti ed è facile cadere, inciampare, mettere il piede in fallo. Succede in alcuni tratti di lungotevere, dove un albero è recintato da quelle che ormai chiamano "reti pollaio", il reticolato arancione. Qui, di fronte al retro del liceo Virgilio, sul lungotevere dei Tebaldi, un autista di un pullman gran turismo ha cercato di parcheggiare come meglio poteva: le radici hanno rialzato l'asfalto sia del marciapiede sia della strada. Un pezzo di parcheggio lungo la via è stato praticamente mangiato. Ecco qui che il verde - che tra l'altro, contribuisce alla mitigazione del clima in città oltre che ad ospitare una parte della fauna capitolina, trasformandosi in un elemento essenziale per una migliore qualità di vita - diventa un pericolo se non ben manutenuto. Su lungotevere dei Mellini, all'altezza di via Gioachino Belli, restano rami potati e abbandonati sotto gli occhi dei turisti che si fanno una passeggiata per godersi il Tevere.

CENTRO E PERIFERIA

Ma se c'è un luogo davvero emblematico di questa situazione, a pochissima distanza da lì: bisogna andare all'angolo tra via della Giuliana, via Bettolo e via Costantino Morin. «Sono stati fatti alcuni lavori e sono stati buttati giù degli alberi. Ma oggi un alberello su due di quelli piantati in via della Giuliana, nella primavera, è morto. Nessuno ha pensato di annaffiarli in estate. In via Costantino Morin, invece, ci sono tronchi morti da almeno vent'anni. Prati è devastata», racconta Alessandra Durante, una residente della zona che sperava nella riqualificazione di quell'angolo così centrale di Roma. Altro quartiere della città, Conca d'Oro. Qui, in via Valle Scrivia, il nastro della polizia locale non fa avvicinare a uno scenario assurdo: un albero caduto su una Smart. L'auto è praticamente distrutta: si vede la portiera aperta, il vetro posteriore completamente assente e due tronchi d'albero che l'hanno schiacciata. Sui rami resta un cartello giallo con la scritta "veicolo sottoposto a sequestro". L'unico luogo dove l'auto potrebbe andare, ora, è solo da un demolitore.

I POLLAI

Le reti pollaio - questa volta, fatte con il solo nastro - si fanno giganti in via Pannonia, all'Appio Latino, dove ci sono rami tagliati e non raccolti.

E poi c'è via Antonio Valenti, nel quartiere di Vigne Nuove, il tronco di un pino è stato fatto a pezzetti ma non è stato rimosso: è ancora lì, con il nastro rosso e bianco che, con il tempo, è caduto sull'asfalto. Due persone guardano un po' inquietate un albero anche qui tranciato e lasciato sull'asfalto, in viale Trastevere. Maurizio Cirulli ribattezza via Portuense in "via degli alberi mozzi". Anche lì, si vedono le reti pollaio che chiudono tronchi di alberi ormai morti da tempo. Da Sudovest a Sudest, il ritornello è lo stesso. In via Flavio Stilicone, all'isola pedonale, ad angolo con via Ponzio Cominio, di un albero ormai c'è solo il ricordo. Che negli ultimi anni ci sia stata un'accelerazione negli interventi lo dicono i numeri: nel 2019 ci sono stati 4.393 alberi potati o abbattuti. Nel 2022 si è arrivati a quota 77.079 (+1.754%). Questo ha portato a una drastica riduzione delle richieste dei risarcimenti di danni: da 1.176 nel 2019 a 440 nel 2022 (-62,5%). «Questi numeri dimostrano in modo evidente che la radicale svolta che abbiamo impresso nella cura del patrimonio arboreo della città ha una immediata ricaduta sulla riduzione del rischio di danni e incidenti a cose e persone e, quindi, delle richieste di risarcimento - dice Sabrina Alfonsi, assessora all'Ambiente di Roma Capitale - Dal nostro insediamento abbiamo decuplicato gli investimenti con l'obiettivo di rendere ordinario uno standard straordinario di interventi per la cura del verde orizzontale e verticale".

giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

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