Roma, pedofilo adesca 16enne con disturbo psichico e la seduce: condannato a sette anni un 56enne

L’imputato accusato di violenza sessuale. La ragazza ha interrotto una gravidanza

Roma, pedofilo adesca 16nne con disturbo psichico e la seduce: condannato a sette anni un 56enne
di Erika Chilelli
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Martedì 13 Dicembre 2022, 22:31 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 10:13

L’aveva adescata nel 2017 e l’aveva convinta a cominciare una relazione. Lei, allora, aveva 16 anni ed era affetta da un disturbo di natura psicologica, lui ne ha 56 e adesso è stato condannato a sette anni di reclusione per violenza sessuale. L’uomo ha già avuto una pena a quattro anni per atti persecutori e minacce nei confronti dei genitori della ragazzina che avevano presentato una denuncia e che, assistiti dagli avvocati Antonio Isoldi e Daria Polidoro, si sono costituiti parte civile nell’ultimo processo. 

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L’INCONTRO

L’incontro tra l’uomo e la ragazzina era avvenuto tramite amici comuni.

Per ottenere la fiducia della vittima, l’imputato si era presentato come poliziotto e l’aveva ammaliata: le aveva fatto credere di essere innamorato pazzo, riempendola di lusinghe e regali, sostenendo che fosse lei il suo gioiello più prezioso. Apprezzamenti che hanno fatto breccia nella fragilità della minore, che si sentiva gratificata dalle attenzioni ricevute, ma la relazione, iniziata ad agosto del 2017 e terminata a febbraio del 2018, si era trasformata presto in qualcosa di diverso. Per stare con lui, infatti, la 16enne usciva senza informare i genitori sui suoi spostamenti arrivando a scappare ripetutamente di casa senza far sapere dove si trovasse e costringendoli a sporgere denuncia per ritrovarla. A complicare il quadro familiare, ormai compromesso una gravidanza inaspettata che la minore ha interrotto. Per proteggere la 16enne i genitori hanno fatto di tutto per convincerla a non vedere più l’uomo senza riuscirci. 

LE MINACCE

Quando la ragazza si è lasciata convincere dai genitori, la decisione che ha scatenato la rabbia del 56enne che, pur di mantenere viva la storia con la minore, ha giocato tutte le carte a disposizione arrivando a minacciarla di divulgare dettagli della sua vita privata. Ribadendo di far parte delle forze dell’ordine, infatti, le ha detto di essere a conoscenza di una relazione precedente e di essere pronto a rivelarne i dettagli ai suoi cari. Poi, ha iniziato perseguitare i genitori per spingerli a fargli vedere la figlia, altrimenti sarebbe intervenuto di persona. Nonostante la situazione, la minore ancora ammaliata ha continuato, per un periodo a difendere la sua storia d’amore, terminata bruscamente solo in seguito all’intervento della polizia che, dopo un’attenta attività d’indagine, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’uomo. 

Il 56enne è così finito a processo con l’accusa di violenza sessuale poiché «in più occasioni ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, abusando delle condizioni di inferiorità psichica della minore di 16 anni, in quanto affetta da “Disturbo oppositivo provocatorio e disturbo della condotta ad esordio tardivo”, la costringeva a subire vari rapporti sessuali completi- si legge nel capo d’imputazione- con la conseguenza che la minore rimaneva incinta». Ieri mattina, a piazzale Clodio, i giudici della prima sezione collegiale lo hanno condannato a sette anni di reclusione e al risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile: 5mila euro per i genitori e 20mila per la ragazza oltre alle spese legali. Una condanna che si aggiunge a quella già stabilita di quattro anni per atti persecutori e minacce. Nei primi sei mesi di quest’anno le violenze sessuali ai danni di minori sono aumentate del 19% rispetto allo scorso anno. Dai 1.838 casi ai 2196. Un dato emerso nel “Rapporto sui minorenni vittime di abuso”, diffuso dalla Direzione centrale della polizia criminale. La fascia di età con numeri più alti di vittime è quella inferiore ai 14 anni. La maggior parte delle vittime viene adescata online e in alcuni casi subisce ricatti a sfondo sessuale.

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