Maltempo e caditoie ostruite a Roma, la Protezione civile ad Ama: «Dovete pulire meglio»

La lettera inviata alla municipalizzata per sollecitare la rimozione delle foglie. "Si rischiano nuovi allagamenti"

Pioggia e caditoie ostruite a Roma, la Protezione civile ad Ama: «Dovete pulire meglio»
di Francesco Pacifico
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Sabato 4 Novembre 2023, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 06:25

Le raffiche di vento portate dalla tempesta Ciaran, tra i tanti disagi arrecati in queste ore alla Capitale, irrigidiscono anche i rapporti tra la Protezione civile capitolina e l'Ama. Con la prima che ha richiamato la municipalizzata dei rifiuti a «porre particolare attenzione», a migliorare lo spazzamento e la raccolta delle foglie dai marciapiedi e dalle carreggiate stradali. Foglie che con il vento finiscono nelle caditoie e che le acque trasformano in una poltiglia che blocca il deflusso della pioggia, allagando strade e piazze della Capitale. Anche perché su quest'attività si stanno registrando alcuni ritardi. Ieri mattina, dalla centrale operativa della Protezione civile capitolina è partita una email educata nei toni, ma chiara nei contenuti alla prima linea operativa di Ama: «In relazione ai fenomeni meteo avversi in corso e previsti per le prossime ore, caratterizzati da forti raffiche di vento sul territorio cittadino, tenuto conto anche della vegetativa autunnale e della conseguente defogliazzazione delle alberature, si chiede di porre particolare attenzione nei servizi di spazzamento superficiale, al fine di favorire la funzionalità degli impianti stradali di raccolta delle acque meteoritiche o miste».

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OSTIA E LUNGOTEVERE

In quest'ottica preoccupano soprattutto le manutenzioni a Ostia e sui lungotevere. Sul litorale il vento sparge le fronde di pini, lecci e farnie su tutto il territorio, peggiorando la situazione anche all'Idroscalo, che finisce sott'acqua scontando le mareggiate. Sui lungotevere, invece, c'è da fare i conti con le grandi foglie dei platani secolari che creano non pochi disagi verso Prati, Testaccio o San Paolo. Serve poi - per usare la locuzione inserita dalla Protezione civile nella sua mail - «porre particolare attenzione» negli interventi di pulizia e raccolta delle foglie in tutti i punti della città dove sono soliti registrarsi allagamenti: Ponte Milvio, corso Francia, l'Aurelia, il Trullo, la Tiburtina, San Lorenzo, senza dimenticare le aree dove si registrano infiltrazioni nelle stazioni della metropolitana come Manzoni, Re di Roma o Furio Camillo.
Nella scorsa estate, e appena nominato direttore generale di Ama, Alessandro Filippi aveva deciso di anticipare l'attività di spazzamento delle foglie, sfruttando le pulizie straordinarie che a settembre vengono effettuate davanti alle scuole prima della riapertura e davanti agli ospedali.

Ma i propositi del manager hanno dovuto scontrarsi con alcuni accadimenti indipendenti dalla sua volontà: intanto il caldo improvviso di settembre e ottobre ha cambiato i bioritmi della piante con il risultato che il primo freddo di questi giorni ha finito per accelerare la sfrondatura naturale degli alberi; poi, soprattutto, la ditta che ha vinto l'appalto per la pulizia delle foglie ha comunicato alla municipalizzata di via Calderon de La Barca di aver quasi terminato il budget per quest'attività. Risultato, si sono registrati, soprattutto nel I Municipio, alcuni ritardi negli interventi e il calendario previsto dalla stessa Ama è andato a farsi benedire. Nota Stefano Marin, assessore all'Ambiente del I: «Per evitare i problemi attuali, un'attività complessa come quella della raccolta delle foglie non può essere esternalizzata all'esterno, deve essere a cura di Ama».

 


Nei giorni scorsi la municipalizzata ha trovato un accordo con il suo fornitore per riprendere la pulizia e già domenica le spazzatrici e le macchine aspiratrici saranno impegnate sui principali lungotevere (Della Vittoria, Mellini, Prati, dell'Acqua Acetosa, Flaminio o degli Inventori) oppure grandi arterie come via Merulana, viale Giulio Cesare, o viale Regina Margherita. Ma la situazione è complicata anche dai problemi strutturali della Capitale. Se il Simu, il dipartimento dei Lavori pubblici, riesce con non poche difficoltà a garantire la pulizia delle caditoie di sua competenza, lo stesso non avviene in quelle gestite dai Municipi; in città si sente soprattutto il deficit sul fronte dei collettori delle acque piovane, con il Comune che soltanto nel 2022 è riuscito a far partire i lavori di manutenzione su quello Alto Flaminio, mentre è fermo da dieci anni il Gronda, terminato, ma mai in funzione. In ultimo c'è da recuperare il forte gap registrato durante gli anni della giunta Raggi sulle potature: al riguardo, con i cantieri del giubileo, le manutenzioni sugli alberi scontano le limitazioni alla circolazione: per esempio quelle sui lungotevere si faranno soltanto di notte. In questo scenario, anche semplici foglie possono mandare in tilt, e sott'acqua, Roma.
 

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