Roma, 22 autobus nuovi di Atac sono fermi: manca l'ok del Ragioniere. I mezzi rimasti in un garage di Avellino

La consegna era prevista a ottobre, manca la bollinatura del funzionario

Roma, 22 autobus nuovi di Atac sono fermi: manca l'ok del Ragioniere. I mezzi rimasti in un garage di Avellino
di Francesco Pacifico
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Sabato 18 Novembre 2023, 06:46 - Ultimo aggiornamento: 15:18

I ventidue autobus, precisamente a ottobre, sono stati regolarmente pagati dal Comune. Ma da allora non sono ancora entrati in circolazione - e a Roma, con il parco di Atac composto da appena 1.600 vetture, sarebbero utilissimi - anzi non sono stati neppure consegnati per un cavillo amministrativo, per una questione di ottusa burocrazia: manca la firma della Ragioneria generale capitolina sulla delibera necessaria al Campidoglio per girare in usufrutto i mezzi alla municipalizzata dei trasporti. Risultato? Ai depositi di Tor Pagnotta e Tor Sazienza attendono con impazienza l'arrivo dei mezzi, da utilizzare in zone molto trafficate come l'area della Colombo e l'Eur (dove si scontano anche i disagi sulla Roma Lido) e il Prenestino.

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RITARDI

Sembra proprio maledetta questa commessa di 22 bus a metano, avviata durante l'amministrazione Raggi, quando la giunta pentastellata si rivolse alla Consip per risolvere gli annosi problemi di flotta di Atac. Nel dicembre 2021 l'attuale amministrazione decise di attivare quella convenzione con la centrale unica di acquisto e di ordinare da Industria Italiana Autobus (IAA) 22 vetture alimentate a gas, quindi meno inquinanti, a tre porte e lunghe 12 metri, necessarie anche per sostituire i mezzi (immatricolati nel 2006) bruciate in un incendio a Tor Sapienza.
Complice la crisi mondiale della componentistica, l'azienda aveva comunicato ritardi nelle consegne alle amministrazioni (compresa Roma Capitale) che avevano scelto il modello.

Alcuni Comuni hanno rinunciato all'acquisto, Roma ha invece applicato una forte penale. A settembre IAA ha comunicato che i bus erano finalmente pronti, il Campidoglio ha saldato il conto e quando tutto sembrava essersi risolto per il meglio, l'ennesimo intoppo, questa volta legato a una troppo rigida burocrazia.


Per girare i mezzi in usufrutto ad Atac, che paga un canone per l'utilizzo, Palazzo Senatorio deve approvare un'apposita delibera in Assemblea Capitolina. Ma l'atto non può arrivare in Aula Giulio Cesare perché manca un passaggio fondamentale: la "bollinatura" della Ragioneria. L'organismo ha bloccato l'iter, chiedendo chiarimenti al dipartimento Mobilità su un punto: perché l'amministrazione capitolina scrive nell'atto che intende utilizzare questi mezzi per un periodo inferiore a quello previsto dalla legge nazionale? L'aspetto, molto tecnico, riguarda un ambito prettamente contabile, che poco ha a che fare con il servizio di trasporto pubblico: gli anni di ammortamento dell'investimento, della spesa di 7,5 milioni di euro. Per la cronaca, dall'assessorato alla Mobilità avrebbero già spiegato informalmente che la vita di un bus a Roma è pari alla metà di quella che si registra nelle altre città piccole e grandi: con un'estensione di 1.300 chilometri quadrati i mezzi qui percorrono percorsi più lunghi, senza contare il pessimo stato del manto stradale, che mette a dura prova gomme e sospensioni. Semplicemente una questione di buonsenso.
In attesa di convincere la Ragioneria, il Comune e Atac non possono utilizzare per il servizio di trasporto locale mezzi già pagati. Che sono ancora fermi sul piazzale nello stabilimento di IAA ad Avellino.
 

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