Tutta colpa, a sentire le compagnie, della crescita dell’inflazione e del boom di sinistri stradali. Nuova stangata per gli automobilisti romani sul fronte assicurativo: se in media, nel 2023, un residente della Capitale ha pagato per l’Rca 470 euro (+10 per cento rispetto al 2022), durante il 2024 la tariffa per la responsabilità civile degli autoveicoli salirà fino a 650,59 euro. In sintesi, si va verso un aumento percentuale del +38,4 per cento, con una rincaro in termini monetari di 180 euro. Circa 7 volte in più rispetto all’inflazione registrata nei dodici mesi precedenti e ora in ritirata.
DECLASSATI
A fare questa stima è l’Osservatorio di Facile.it, un portale che ricerca e confronta i prezzi dei preventivi forniti in rete dalle compagnie, e che ha valutato il trend dell’offerta a fine dicembre 2023: di conseguenza, il monitoraggio non considera i contratti finali ma le proposte; guarda soltanto a una fetta del mercato (per quanto rilevante come quello online); riesce però a dare una fotografia credibile di quelle che sono le offerte delle aziende assicurative in questa fase. Va da sé che l’aumento medio del 38,4 per cento rischia di essere molto più salato per gli automobilisti che sono incorsi in un sinistro con colpa. Al riguardo, sempre stando alle stime di Facile.it, nella Capitale almeno 72mila utenti (il 2,54 del totale contro il 2,33 nazionale) si sono già visti cambiare la classe di merito.
L’impennata dei prezzi è un fenomeno che si registra in Italia come in tutt’Europa (in Inghilterra è diventato un caso politico la Rca media schizzata verso le mille sterline). Sul fronte romano si sommano una serie diverse di cause: in primo luogo c’è da fare i conti con l’aumento dell’inflazione registrato nel 2023 (+5,7 per cento) e quello che si è avuto nel 2022 (+8,1) e che in parte si scarica ancora sulle polizze contrattualizzate negli anni precedenti.
Secondo Andrea Ghizzoni, managing director di Facile.It, «negli aumenti un terzo è dato dal costo dell’inflazione, il restante è legato all’aumento dei rischi per la compagnia vista la crescita degli incidente. Roma sconta poi anche la circolazione di un parco auto molto vecchio: se da un lato garantisce costi più bassi sui pezzi di ricambio, dall’altro finisce per causare più incidenti, proprio per il minore livello di sicurezza delle vetture».
Dal mondo assicurativo fanno notare che le compagnie si sono accollate la prima ondata di aumenti inflattivi, quella del 2022, non scaricandola né sui clienti che avevano già contratti in essere né sui fornitori (per esempio i carrozzieri). Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, invece ricorda che «negli anni del Covid le auto non hanno circolato, ma i proprietari hanno pagato lo stesso le polizze. Se ora le compagnie adesso legano i rincari con l’aumento dei sinistri, avrebbero dovuto abbassare i costi nel 2020 e nel 2021». Più in generale Truzzi reputa «non motivata la crescita delle tariffe. Anche perché i costi di sistema per le compagnie si sono ridotti: penso alle razionalizzazioni su periti e officine che incidono sulla gestione dei sinistri».