Il sequestro arriva al termine di un'ispezione antiriciclaggio condotta dai finanzieri nei confronti del notaio nel 2011 nell'ambito della quale, oltre ad aver rilevato violazioni amministrative e penali alla normativa antiriciclaggio, avevano riscontrato anche l'annotazione nella contabilità del professionista di fatture per operazioni inesistenti, emesse da una serie di società schermo, e finalizzate a frodare il fisco.
Gli accertamenti hanno consentito di far emergere che questa condotta andava avanti da almeno un decennio. Gli investigatori hanno accertato che il professionista, successivamente all'ispezione, aveva iniziato a schermare i propri beni al fine di proteggere il proprio patrimonio da eventuali pretese tributarie. «Il quadro complessivamente emerso ha delineato la pericolosità sociale del notaio in virtù del protrarsi nel tempo del suo comportamento illecito e antisociale», spiega la Gdf, «presupposto per l'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali, come ampliate dal nuovo codice antimafia».
Sotto l'aspetto patrimoniale è stata individuata un'evidente sperequazione tra il patrimonio nell'effettiva disponibilità del notaio e i redditi dichiarati dallo stesso.
L'operazione ha consentito di sottoporre a misura ablativa l'intero patrimonio riconducibile al professionista e al proprio nucleo familiare, composto da disponibilità finanziarie su 25 conti correnti per circa 2,5 milioni, tre società tutte attive nella capitale e 31 unità immobiliari di pregio, tra cui, ville, box e appartamenti all'Argentario, in Sardegna, a Roma nella zona della Camilluccia e nel centro storico.