Roma, il pr pedofilo a una vittima: «Fa' ciò che voglio o parlo con tua madre»

Roma, il pr pedofilo a una vittima: «Fa' ciò che voglio o parlo con tua madre»
di Michela Allegri
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Martedì 29 Marzo 2016, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 20:13

Raccontava al telefono delle sue conquiste. E più le sue vittime erano giovani, più si vantava: «Non te dico quanti anni c’ha che te pja un colpo». A parlare è Claudio Nucci, 56 anni, pr romano amico dei vip e finito in manette per induzione alla prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Confida a un amico di aver consumato decine di rapporti con minorenni, ragazzini tra i 14 e i 16 anni residenti a Roma Nord. Per il gip Cinzia Parasporo, che ha convalidato il fermo del cinquantaseienne, Nucci era «ben consapevole dell’illiceità delle sue condotte e dei conseguenti rischi». Tanto che, intercettato, dice: «Me mettono in galera guarda… Sono andato a portare 50 euro a un fidanzatino mio che so due giorni che mi chiede venti». Per il giudice, il carcere è l’unica misura idonea a evitare il pericolo di fuga e la possibile reiterazione del reato. L’indagato, infatti, «fornisce indirizzi fittizi, ha la possibilità di utilizzare vari immobili e ha contatti con persone benestanti che potrebbero aiutarlo». La sua capacità di delinquere è considerata «elevatissima».

GLI ADOLESCENTI
Per il pm Eugenio Albamonte e per il procuratore aggiunto Maria Monteleone, che coordinano le indagini, gli adolescenti finiti nella rete del pr potrebbero essere circa una trentina. Prove considerate schiaccianti, per il momento, si hanno nei confronti di tre giovanissimi e di due diciottenni, che sono stati ascoltati in forma protetta e hanno raccontato dei regali e dei ricatti dell’indagato. Nucci convinceva infatti i minori ad avere rapporti con lui e a spedirgli fotografie e filmini compromettenti. Poi, li minacciava. Un ragazzino, che abita a Ponte Milvio, ha raccontato di averlo conosciuto quando aveva 14 anni, all’inaugurazione di un negozio. Era iniziato un fitto scambio di messaggi. L'indagato «inizialmente faceva il carino, diceva che avrebbe fatto dei regalini», si legge nell'ordinanza. Poi, scrive il giudice, «aveva iniziato a chiedere di più e aveva iniziato a ricattare la vittima».

Lo racconta il minore: «Ha iniziato a farmi capire che se non facevo certe cose poteva andare male. Mi chiedeva di mandargli foto, diceva: “Se non fai questo vengo sotto casa e parlo con tua madre”. Già dall’inizio mi è entrato nella testa e mi faceva fare quello che voleva, sapeva che ero piccolo e non sapevo reagire». In un caso, avrebbe approfittato della condizione di difficoltà economica di un sedicenne. Per gli inquirenti, «con condotte reiterate nel tempo minacciava i minori di anni 16 prospettando ritorsioni consistite nel rivelare ai familiari la natura dei loro incontri, inducendoli a prostituirsi e determinandoli a compiere atti sessuali». Per sdebitarsi, il pr faceva regali e pagava in contanti. Per un appuntamento intimo in un appartamento in zona Fleming, per esempio, aveva dato a un ragazzino 100 euro.

LA DENUNCIA
L’inchiesta è scattata lo scorso anno. È stato lo zio di una delle vittime a scoprire il gioco di Nucci. Il nipote aveva utilizzato il suo cellulare per contattare il pr e si era dimenticato di cancellare lo scambio di sms. «Clà ti sto chiedendo un favore, devo partire e non ho soldi nel cell», scrive il ragazzino. «Ho l’azienda chiusa per ferie e mia moglie sempre tra i piedi», replica Nucci, che poi aggiunge: «Vieni tu con l’autobus, poi ti riaccompagno io». «Ci sono i nonni in casa», dice però il ragazzo, giustificandosi e spiegando di non riuscire a uscire. «Mi fai morire», risponde il pr. Il ragazzino prosegue: «Mi piacerebbe poter usare quello che tu mi puoi offrire, la carta il cell, in cambio». Dopo aver letto la chat, lo zio decide di controllare gli scambi su Facebook tra il nipote e Nucci. Trova fotografie osé, conversazioni inequivocabili. «Fammi un filmino», scrive un giorno il pr. E quando ottiene ciò che chiede lascia 200 euro come compenso nella portineria del collegio frequentato dal giovanissimo, una scuola esclusiva nel quartiere Prati. Nucci parte poi all’attacco con un altro minorenne, compagno di scuola del primo. «Mi piaci da morire… ti do tutti i soldi che vuoi, promesso… un video e basta».

Nel profilo Facebook dell’indagato, scrive il gip, sono state visualizzate numerose foto di ragazzi adolescenti. Le indagini sono ancora in corso: il sospetto è che Nucci abbia adescato decine di giovanissimi. Per i pm, inoltre, potrebbe non aver agito da solo.

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