LA PAURA
La studentessa - assistita dall'avvocato Marianna Rociola - sotto interrogatorio aveva raccontato di aver chiesto una consulenza allo specialista dopo avere rinunciato alle cure presso l'ospedale oftalmico: «Mi dissero che c'erano liste di attesa di un anno per la prima visita. E allora mi informai sul nome di un oculista interno all'ospedale che ricevesse anche privatamente. A studio, il dottore si è presentato con massima professionalità. Al quarto appuntamento, invece, all'improvviso mi ha baciato con insistenza e toccato il seno». Il resto la ragazza lo ha raccontato più tardi con una serie di messaggi su WhattsApp a un'amica: «È successo un casino. L'oculista ha provato a baciarmi. Mi ha messo la lingua. Sto malissimo. Non so perché mi sono bloccata. Ho fatto finta di niente. Sto andando con mia madre a fare denuncia». Il primo ad intervenire era stato il fidanzato rimasto in attesa fuori dallo studio oculistico: «Come ti sei permesso?».
Ora è nell'elenco dei testimoni. L'oculista, convinto della sua innocenza, dovrà affrontare il processo a ottobre con la doppia contestazione di violenza sessuale («per aver costretto la paziente a subire atti sessuali agendo in modo fulmineo e repentino») e di lesioni personali. «La condotta del medico - si legge nel capo di imputazione, - cagionava alla vittima pure uno stato d'ansia reattivo a stress emotivo giudicato guaribile in tre giorni».