Roma, asili nido, il Comune toglie la libertà di scelta tra pubblico e privato Ecco come compilare la domanda

Roma, asili nido, il Comune toglie la libertà di scelta tra pubblico e privato Ecco come compilare la domanda
di Camilla Mozzetti
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Sabato 1 Aprile 2017, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 10:09
Per il Campidoglio è «un passo in avanti». Per le opposizioni e per le oltre 1.500 educatrici degli asilo nido in convenzione, invece, rappresenta la pietra tombale del sistema integrato pubblico-privato. Arriva la delibera propedeutica al bando per le iscrizioni nei nidi di Roma e scoppiano le polemiche. O meglio, non si sopiscono neanche un po' dopo settimane di veti incrociati tra palazzo Senatorio e sindacati. Roventi le trattative che hanno preceduto il testo, approvato dalla giunta di Virginia Raggi giovedì scorso. Il motivo è semplice. Il Campidoglio in vista delle iscrizioni alle strutture scolastiche per bambini da 0 a 3 anni - che partiranno il 10 aprile - decreta la fine della libertà di scelta per le famiglie e impone loro un obbligo: al momento della presentazione delle domande per le iscrizioni, la priorità dovrà esser riservata ai 207 nidi pubblici.

Soltanto dopo e solo se i posti nei primi saranno esauriti, si potranno scegliere altre 3 strutture indirette, ossia i nidi convenzionati che in città sono 214. Un cambiamento non marginale che, in sostanza, mina le fondamenta di un sistema varato dall'ex sindaco Walter Veltroni per ampliare l'offerta scolastica romana. Il M5S cambia tutto, ma per il Campidoglio c'è un motivo. Che poi è principalmente economico. Negli ultimi 5 anni l'offerta nei nidi pubblici è aumentata di 4 mila posti ma a fronte di un calo demografico, le strutture a gestione diretta si sono riempite sempre di meno. Giusto qualche numero: nel 2013 le domande d'iscrizione ai nidi furono 20.956. Due anni più tardi si fermarono a 16.024.

Gioco forza, il Comune incassa di meno dalla iscrizioni ma paga comunque dei costi fissi, come le educatrici, senza di fatto sfruttare a pieno l'intera offerta. A questo si aggiungono le scelte delle famiglie che hanno premiato nel tempo le strutture convenzionate. Soprattutto dopo l'aumento delle tariffe varate dall'ex amministrazione di Ignazio Marino sui nidi (per i redditi superiori a 10.331 euro l'anno, ad esempio, la rata del nido a orario pieno passava da 123,39 a 134,59 euro). Tant'è che lo scorso anno quasi 2 mila posti nelle strutture pubbliche sono rimasti vuoti.

NUOVE REGOLE
Nella delibera, però, vengono contemplate delle eccezioni sull'obbligo di scelta. Esentate le famiglie con figli disabili, che hanno un nido convenzionato a una distanza uguale o inferiore a 300 metri dalla residenza o quelle che hanno già figli iscritti in un nido privato ma accreditato con Roma Capitale. Ma per ogni apertura concessa, arriva una nuova stretta. La delibera contempla una serie di obblighi per le strutture convenzionate che, tra l'altro, dovranno garantire lo stesso numero di iscrizioni dell'anno precedente senza possibilità di aumento. All'orizzonte, maggiori controlli e multe più salate. Se queste strutture non garantiranno determinati standard - dall'aggiornamento del documento di valutazione dei rischi ai corsi di aggiornamento obbligatori per le educatrici - potrà essere revocato l'accreditamento. La bacheca Facebook dell'assessore alla Scuola, Laura Baldassarre, è stata presa di mira dagli utenti: «Fate mia culpa - scrive Annalisa Risuri - ora non siamo nemmeno liberi di scegliere per i nostri bambini». Le opposizioni intanto gridano allo scandalo. Per le consigliere Valeria Baglio (Pd) e Svetlana Celli (RomaTornaRoma) si crea «un sistema dualistico dove il privato interviene come stampella del pubblico».
 
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