Roma, poliziotti arrestati: il superman delle volanti stipendiato dalla criminalità

Roma, poliziotti arrestati: il superman delle volanti stipendiato dalla criminalità
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Mercoledì 27 Giugno 2018, 08:02
«Ho salvato una persona, ma non mi sento un eroe. È il mio lavoro, lo sognavo sin da bambino». Quel sogno era poi diventato la sua vita. Francesco Macaluso, 39 anni, agente del reparto volanti della questura di Roma. Un eroe no, si scherniva lui, magari un poliziotto un po' speciale, di quelli che si fanno notare. Come lo scorso 18 aprile, quando ha afferrato per i jeans un uomo che si stava buttando da un terrazzo vicino piazza Bologna. La gente in strada lo ha applaudito, il questore si è congratulato. «Ma gli applausi delle persone sono stati la soddisfazione più grande».

IN STRADA
Bel coraggio, agente Macaluso. Generoso all'estremo ma anche corrotto, accusa adesso la Procura di Roma, pronto a rischiare la vita per trattenere nel vuoto quella di uno sconosciuto ma anche disposto a prendere soldi per aiutare un imprenditore sospettato di avere contatti con la camorra. I servizi nelle periferie più difficili ma anche le chiamate compromettenti dal cellulare intestato al ministero dell'Interno. Oltre la divisa, c'era un altro lavoro che l'ha portato in carcere con cinque colleghi. Facevano parte, seconda i magistrati, di una rete di informatori al servizio di Carlo D'Aguano, il napoletano, prima pusher di San Basilio e poi titolare di bar e sale giochi finito in galera.

Appena due giorni dopo il salvataggio e gli applausi Macaluso è al telefono con la moglie di D'Aguano. L'agente si trova nel bar Arcadia, in via di Settebagni, ha il 5% delle quote nella società. Gli sono state date - secondo la Procura - dall'imprenditore in cambio dei suoi favori e sono intestate alla figlia dell'attuale compagna. L'agente riceve anche - si legge nell'ordinanza - da D'Aguano un fisso di 600 euro al mese. Arrivano i vigili per fare controlli nel locale, il poliziotto avverte la donna. «Vacci, te, France'», suggerisce la moglie di D'Aguano. «E mo' che gli dico. Io non posso dirgli che lavoro qua».

Il giorno sulle volanti, la sera qualche volta alla cassa del bar di cui è socio. «Ti devo far parlare con questa magistrata. Questa ti risolve tutti i problemi tuoi. Ti ridanno tutti i locali», il poliziotto si prodiga per l'imprenditore. La magistrata, ossia la segretaria del procuratore aggiunto, Simona Amadio, anche lei in carcere. D'Aguano si vuol tenere buono il poliziotto, anche se gli altri soci dell'Arcadia - come risulta dalle intercettazioni - non si fidano di lui, dicono che ruba, minaccia , vuole comandare. Gli promette anche il 10% di un'altra società .

L'agente procura contatti, trama, prende soldi e poi rimette la divisa. Non era il primo salvataggio, quello di aprile. Macaluso - nato a Palermo e cresciuto a Torre Angela - aveva già salvato altri 4 uomini. Lui così forte, con la passione della palestra. Nel maggio 2015 l'avevano promosso per meriti straordinari. «Non mi sento straordinario, per me è routine». Come poi andare al bar e offrire il suo aiuto in cambio di soldi.

M.Lo.
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