Sono gli stessi fondatori dell'impianto di via Domenico Baffico a segnalare in una nota ufficiale lo stato di pericolo rappresentato dall'introduzione nell'area. «Essendo stati recisi i cavi della corrente, per scollegare l’allarme e poter razziare indisturbati, il park è privo di drenaggio in caso di pioggia ed allagamento - sottolineano i creatori dello skatepark più noto d’Italia - Un impianto del valore di oltre 250mila euro, che ha ospitato cinque Coppe del Mondo di Skateboard, si sta rapidamente deteriorando, con ulteriore rischio per la sicurezza degli imperterriti ed illegali praticanti, che sfrecciano tra schegge di legno, viti protruse e lamiere deformate».
A sorprendersi della paradossale situazione sono anche quanti, non sapendo dell'avvenuto sequestro, si ritrovano davanti ad un centro d'eccellenza ridotto a poco più di un relitto. Succede con ragazzi provenienti da ogni parte d'Italia, non informati dei sigilli apposti al circolo fin dal 14 agosto, ovvero da quando i carabinieri per conto dell’autorità giudiziaria posero sotto sequestro l’impianto affidandolo in custodia giudiziaria al Vicariato di Roma, proprietario del terreno. Da allora, non è successo nulla. Se non che la struttura è stata depredata e distrutta.
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