Delitto Varani, Foffo vuole lo sconto di pena: punta sull'infermità mentale

Delitto Varani, Foffo vuole lo sconto di pena: punta sull'infermità mentale
di Adelaide Pierucci
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Sabato 28 Gennaio 2017, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 18:24


I genitori di Luca Varani in aula chiusi nel dolore. E Manuel Foffo e Marco Prato in cella. Hanno disertato la prima udienza a loro carico i killer del Collatino. Ieri, all'apertura dell'udienza preliminare, il primo passo della giustizia per giudicare la mattanza dello scorso marzo che aveva portato i due amici durante un festino a base di sesso e droga a uccidere senza un perché con 107 coltellate il povero Luca, c'erano però i loro avvocati, pronti a rilevare le strategie difensive, che si sono rivelate opposte. Michele Andeano per Foffo ha tirato fuori due carte: una maxiperizia che proverebbe l'infermità mentale al momento del delitto e, in caso del mancato riconoscimento, la richiesta del rito abbreviato, un giudizio rapido che si tiene davanti al giudice preliminare e garantisce in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena.

Pasquale Bartolo per Prato, il pierre dei vip, invece, ha puntato dritto al processo ordinario in Corte d'Assise. Nonostante le tracce dell'imputato su un coltello e le prime ammissioni, poi ritrattate, ritiene di poter provare l'estraneità al delitto del suo assistito. Non ha ucciso, ed era succube, in balia dell'altro, per la ricostruzione difensiva. Un quadro che cozza, però, coi nove interrogatori rilasciati da Manuel Foffo: «Ho fatto una cosa peggio dell'Isis. Un crimine feroce. Ma pure lui ha colpito». Nella stessa udienza la madre, il padre e la fidanzata di Luca Varani sono stati ammessi a partecipare al processo come parti civili. Poi l'udienza è stata aggiornata al 6 febbraio.

LA COCAINA
Un'udienza cruciale, in particolare per Manuel Foffo. Il legale, per provare la dipendenza cronica da cocaina e alcol che avrebbero divorato un quarto del cervello dell'accusato, ha depositato quattro perizie, una psichiatrica, una tossicologica, medico legale e infine genetica. E il giudice per quella data potrebbe decidere se disporne una super partes, nominando un perito del tribunale. Un'udienza lampo e blindata (a porte chiuse) quella di ieri. Il gup Di Grazia si è riservato per qualche minuto solo per giudicare l'ammissione della fidanzata di Luca Varani, Marta Gaia Sebastiani, come parte civile, vista l'opposizione della difesa di Foffo. E quando l'ha sciolta, la ragazza ha pianto. «Luca era l'amore della mia vita - ha detto - Siamo coetanei. Ci siamo fidanzati a 14 anni, me lo hanno portato via a 23. Luca aveva tatuato su un braccio il mio nome. Io la data del nostro fidanzamento sulla spalla. Ho deciso di partecipare al processo per sapere quello che è successo. Io e Luca avevamo altri progetti. Mi aveva regalato anche l'anello». Poche parole di sfogo raccolte con l'avvocato che la assiste, Savino Sebastiani. Massima riservatezza anche dai genitori di Luca Varani. «Ero pronto a vederli - ha detto poi, Giuseppe Varani (assistito dall'avvocato Andrea Florito) - Ma non mi interessava particolarmente la loro presenza o l'assenza».

LA RICOSTRUZIONE
Secondo la ricostruzione del pm Francesco Scavo, Foffo e Prato, «dopo aver fatto ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti nei giorni antecedenti e dopo essere usciti di casa nella mattinata del 4 marzo» ed aver «girato in macchina per la vie di Roma alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire al solo fine di provocargli sofferenze fisiche e togliergli la vita», avevano fatto rientro nell'appartamento del primo al Collatino. E a quel punto Varani è stato contattato da Prato tramite whatsapp e invitato a raggiungerli. Una trappola. I due amici, studi e famiglia bene alle spalle, secondo l'imputazione, «hanno fatto denudare» il ragazzo per ottenere una prestazione sessuale e poi gli hanno offerto una bevanda con una potente dose di psicofarmaco che «lo ha stordito a tal punto da costringerlo ad andare in bagno» dove è stato aggredito e poi portato di peso in camera da letto, dando sfogo all'iniziale progetto di morte.

 

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