Roma, tragedia del Circeo, «Ho evitato quella Smart di un soffio poi la moto di Francesco è scomparsa»

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Lunedì 10 Agosto 2015, 05:33 - Ultimo aggiornamento: 12:05
Hanno visto la fine dei loro amici dallo specchietto retrovisore. Un attimo prima erano dietro in motorino, seguivano a pochi metri la Smart che guidava la comitiva. Poi non c'erano più. «Subito abbiamo pensato al peggio», un amico di Francesco Casarosa che si trovava a bordo dell'auto è uno dei testimoni chiave dell'incidente. Racconta con un filo di voce ai carabinieri quello che ha visto, è ancora frastornato e il dolore per aver perso l'amico in quel modo e per aver assistito praticamente alla sua morte in diretta è troppo grande. Poche ore di sonno alle spalle, per quel che è riuscito a dormire.



«Abbiamo visto un'auto che sopraggiungeva nella nostra stessa direzione, sulla medesima corsia e siamo riusciti ad evitarla per miracolo – è il suo racconto - Dopo il mancato impatto abbiamo proseguito. Ma abbiamo notato, attraverso lo specchietto retrovisore, che i nostri amici non c'erano più. Viaggiavano sul motorino, dietro di noi, erano spariti. Allora abbiamo deciso di tornare indietro perché temevamo che fosse successo il peggio».





Lo scontro violentissimo ha svegliato chi abita nei dintorni. «Stavo dormendo quando ho sentito un rumore pauroso e mi sono alzato immediatamente dal letto perché immaginavo che si trattasse di un incidente – racconta un ex carabiniere in pensione che vive nell'abitazione di fronte al tratto di strada in cui è avvenuto l'incidente – D'altronde non è la prima volta che accade. Qui capitano spesso incidenti ma nella maggior parte dei casi si tratta di auto che vanno fuori strada anche perché non vi sono bande sonore né lampioni. Mi ha addolorato vedere che invece a terra c'erano i corpi di due giovani. Subito ci siamo attivati per chiamare i soccorsi. Ho visto che uno dei ragazzi era vicino all'auto che lo aveva investito e ho visto la scia di sangue. L'altro invece era stato sbalzato vicino al cancello di casa mia. Gli ho sentito il polso e ho capito che era vivo. Poi di lui si è occupata mia figlia che è infermiera in attesa che arrivasse l'autoambulanza».