Sul tavolo degli organi ministeriali c'è anche un'altra alternativa da considerare: quella di proseguire nell'opera di risanamento intrapresa con il commissariamento avvenuto ad aprile. E bisognerà valutare quale strada sia preferibile per raggiungere l'obiettivo finale: chiudere i conti con i creditori. Ossia avere a disposizione quanto prima 750 milioni di euro.
I commissari «Siamo a un bivio: a destra c’è la vendita, a sinistra la prosecuzione del risanamento», dice Massimo Spina, commissario straordinario del gruppo Idi San Carlo, che oggi, insieme agli altri due commissari, Stefania Chiaruttini e Carmela Regina Silvestri, consegnerà nelle mani dei rappresentanti del ministero il rapporto sullo stato dell’arte. «In pochi mesi, dal primo di aprile quando il gruppo è stato commissariato - sottolinea - si è passati da un possibile fallimento ad avere prospettive per un buon futuro, sia per gli ospedali sia per le Rsa. Ora si è ripreso a lavorare, il fatturato è raddoppiato senza bisogno di ricorrere alla cassa integrazione». Insomma i commissari si presenteranno in via Veneto con in mano un situazione più rosea di quanto fosse qualche mese fa: «Presentiamo un gruppo che ha davanti un futuro - insiste Spina - in cui la ristrutturazione certamente non è finita ma che ha allontanato gli spettri del recente passato».
Le opzioni Il ministero dovrà dunque decidere se vendere o meno. L’asta potrebbe consentire più agevolmente di reperire quei 750 milioni che i creditori attendono. Secondo una scala di ”privilegio”, ci sono i lavoratori, eventuali creditori ipotecari, l'Erario (per imposte e contributi non pagati e Iva), quelli che hanno maturato crediti nel corso dell’ amministrazione straordinaria e quindi quelli ordinari.
Più impervia appare l’altra opzione: il proseguimento dell’opera di risanamento. In questo caso si dovrebbe trovare una soluzione alla situazione debitoria attraverso il flusso di cassa: operazione da portare a termine, per legge, nel giro di due anni.
La vendita All’asta andrebbero solo le attività sanitarie del Gruppo. Quelle più ”appetibili” dal punto di vista del mercato. I commissari presenteranno le loro valutazioni per ogni singolo asset. Il ministero ha tempo un mese da domani per scegliere. Se opterà per la vendita si procederà con un’asta pubblica, probabilmente a livello europeo. Asta che i commissari aprirebbero nel primo trimestre del 2014 per arrivare poi alla cessione definitiva a fine anno. Intanto è dell’altro ieri una notizia positiva per i dipendenti del Gruppo. L’Asl RmE ha infatti garantito la disponibilità dei fondi per la copertura dei crediti vantati dai lavoratori dell'ospedale San Carlo. «Un segnale -il commento dei commissari - dell'uscita delle strutture ospedaliere da un lungo periodo di sofferenza che dà la dimensione positiva di quelle che saranno le possibilità future».
© RIPRODUZIONE RISERVATA