Gruppo Idi San Carlo, pronta l’asta per quattro ospedali: vendita ai privati entro fine 2014

Idi via Monti di Creta
di Giuseppe Gioffreda
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Lunedì 23 Dicembre 2013, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 08:44
C' l'ipotesi di vendita all'asta delle attivit del comparto sanitario nel futuro del Gruppo Idi. L'Irccs Idi, l'ospedale San Carlo e le residenze sanitarie assistite di Montefiascone e Viterbo potrebbero essere cedute già entro la fine del 2014, mentre in capo alla congregazione dei Figli dell'Immacolata concezione rimarrebbero le strutture di opere sociali dislocate in varie zone del Paese. Un'opzione concreta che diventerà certezza tra un mese. Esattamente il tempo che avrà il Ministero dello Sviluppo economico per decidere le sorti del Gruppo dopo che i commissari straordinari oggi presenteranno il loro piano, così come vuole la legge Marzano bis.



Sul tavolo degli organi ministeriali c'è anche un'altra alternativa da considerare: quella di proseguire nell'opera di risanamento intrapresa con il commissariamento avvenuto ad aprile. E bisognerà valutare quale strada sia preferibile per raggiungere l'obiettivo finale: chiudere i conti con i creditori. Ossia avere a disposizione quanto prima 750 milioni di euro.



I commissari «Siamo a un bivio: a destra c’è la vendita, a sinistra la prosecuzione del risanamento», dice Massimo Spina, commissario straordinario del gruppo Idi San Carlo, che oggi, insieme agli altri due commissari, Stefania Chiaruttini e Carmela Regina Silvestri, consegnerà nelle mani dei rappresentanti del ministero il rapporto sullo stato dell’arte. «In pochi mesi, dal primo di aprile quando il gruppo è stato commissariato - sottolinea - si è passati da un possibile fallimento ad avere prospettive per un buon futuro, sia per gli ospedali sia per le Rsa. Ora si è ripreso a lavorare, il fatturato è raddoppiato senza bisogno di ricorrere alla cassa integrazione». Insomma i commissari si presenteranno in via Veneto con in mano un situazione più rosea di quanto fosse qualche mese fa: «Presentiamo un gruppo che ha davanti un futuro - insiste Spina - in cui la ristrutturazione certamente non è finita ma che ha allontanato gli spettri del recente passato».



Le opzioni Il ministero dovrà dunque decidere se vendere o meno. L’asta potrebbe consentire più agevolmente di reperire quei 750 milioni che i creditori attendono. Secondo una scala di ”privilegio”, ci sono i lavoratori, eventuali creditori ipotecari, l'Erario (per imposte e contributi non pagati e Iva), quelli che hanno maturato crediti nel corso dell’ amministrazione straordinaria e quindi quelli ordinari.

Più impervia appare l’altra opzione: il proseguimento dell’opera di risanamento. In questo caso si dovrebbe trovare una soluzione alla situazione debitoria attraverso il flusso di cassa: operazione da portare a termine, per legge, nel giro di due anni.



La vendita All’asta andrebbero solo le attività sanitarie del Gruppo. Quelle più ”appetibili” dal punto di vista del mercato. I commissari presenteranno le loro valutazioni per ogni singolo asset. Il ministero ha tempo un mese da domani per scegliere. Se opterà per la vendita si procederà con un’asta pubblica, probabilmente a livello europeo. Asta che i commissari aprirebbero nel primo trimestre del 2014 per arrivare poi alla cessione definitiva a fine anno. Intanto è dell’altro ieri una notizia positiva per i dipendenti del Gruppo. L’Asl RmE ha infatti garantito la disponibilità dei fondi per la copertura dei crediti vantati dai lavoratori dell'ospedale San Carlo. «Un segnale -il commento dei commissari - dell'uscita delle strutture ospedaliere da un lungo periodo di sofferenza che dà la dimensione positiva di quelle che saranno le possibilità future».
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