Il ministro Giannini all'Avio di Colleferro: «Orgogliosi dei successi del razzo Vega, un patrimonio che deve restare italiano»

Il ministro Giannini all'Avio di Colleferro: «Orgogliosi dei successi del razzo Vega, un patrimonio che deve restare italiano»
di Mario Galati
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Mercoledì 6 Aprile 2016, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 19:44

Visita istituzionale alla Avio di Colleferro del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini e del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston, ricevuti dall’amministratore delegato della società Giulio Ranzo e dal vice presidente del consiglio di amministrazione Pier Giuliano Lasagni.

Prima di incontrare i giornalisti e di effettuare il tour agli impianti dove si realizzano gli stadi del lanciatore Vega e i boosters, i motori di spinta, dell’Ariane 5, il ministro e il presidente dell’Asi hanno avuto un lungo incontro con i vertici aziendali. L’incontro con la stampa è stato aperto da Giulio Ranzo che ha illustrato le attività di Avio e consociate (Elv, Regulus, Europropulsion) non mancando di rimarcare come Avio, che ha avuto ricavi  per oltre 260 milioni di euro,  “sia già impegnata con diversi contratti ma per essere competitiva al massimo manca un ultimo tassello al quale stiamo lavorando e cioè la propulsione a liquido per il Vega. Sul propellente solido - ha affermato siamo sempre più esperti in Europa, su quello liquido potremmo diventare i primi al mondo".
 



Parlando poi di Avio ha aggiunto: “ Quello che mi ha affascinato è la voglia di primeggiare nel mercato aerospaziale mondiale del nostro giovane gruppo di tecnici (per il 70% laureati) e di operai ad alta specializzazione. Continuiamo ad andare avanti in collaborazione con il governo e grazie all’impegno italiano nei programmi spaziali europei, Avio ha creato per l’Italia l’accesso indipendente allo spazio con il proprio lanciatore Vega inserendola nel ristretto novero dei paesi al mondo con questa capacità”.

Nell'avveniristico stabilimento di Colleferro, va ricordato, lavorano 700 persone di altissima qualificazione con richieste continue da parte di ingegneri e tecnici dall'estero. Una calamita di cervelli, insomma.
Intensi i contatti con il mondo della scuola e dell'università.

Ricordando gli investimenti pubblici  Roberto Battiston ha sottolineato come “ partendo da zero è stato realizzato un lanciatore grazie a importanti investimenti pubblici. Il vero valore del progetto Vega è l’alta capacità e affidabilità del sistema spaziale italiano coordinato dall’Agenzia Spaziale. La presenza del ministro Giannini è il riconoscimento che questo  è il posto giusto per lo sviluppo industriale dei lanciatori.

Orgoglio italiano ha invece manifestato il ministro Stefania Giannini, “l’orgoglio di una tecnologia “italoitaliana” che impone al governo di seguire passo dopo passo la politica dello spazio per garantire la centralità del prodotto italiano. Abbiamo investito un miliardo di euro  e assicurato dal 2014 la centralità del nostro paese. Colleferro e Avio rappresentano il bacino tecnologico di questa politica e il governo continuerà a sostenere i programmi di accesso allo spazio attraverso lo sviluppo di Ariane 6 e le evoluzione del Vega”.

Sul problema degli assetti futuri di Avio, di proprietà all’81%  del fondo di investimenti inglese Civen, al 14% di Finmeccanica e al 5% di altri azionisti, il ministro ha affermato: "Abbiamo parlato con franchezza. C’è un livello industriale e il tema economico  va lasciato alle libere scelte del mercato. E’ ovvio che un prodotto italiano si sposerebbe molto bene con Finmeccanica ma non è questo il ruolo del Governo che non si occupa di commercializzazione”.

"Ma per Avio - ha assicurato Roberto Battiston -  non ci saranno sorprese e sulle proposte di  acquisizione di Safran e Arianespace  il 12 luglio è attesa la risposta dell’antitrust europeo. Il nostro obiettivo è assicurarsi che vengano preservati i nostri interessi sugli investimenti italiani fatti su Vega e Vega C”.

Ovviamente  al nome della francese Safran quale possibile acquirente  di Avio a più di qualcuno a Colleferro si sono drizzati i capelli ricordando le vicende di un’altra azienda francese, in questo caso specializzata in treni. La Alstom, che aveva rilevato la Fiat Ferroviaria,  fece a Colleferro e al territorio l’amaro scherzo di chiudere il sito locale che pure non era in crisi né produttiva né economica, portandosi via la tecnologia mandando a spasso circa 200 lavoratori. Certe scottature, francesi, bruciano ancora.

Sulla visita del ministro Giannini non è mancata in coda un po’ di polemica locale da parte dell’onorevole Renzo Carella. Il deputato del Pd ha dichiarato che “sarebbe stato opportuno e una questione di cortesia avvisare della visita il sindaco di Colleferro e il deputato del territorio che da circa due anni chiede al ministro dello Sviluppo Economico  di non disperdere questa eccellenza acquistando le quote del fondo inglese attraverso Finmeccanica, richiesta che ad oggi non ha prodotto risultati”.
                                         

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