Virgin Orbit, fallisce il primo lancio di satelliti da una nazione europea (non è l'Italia). Rivedi il decollo

Virgin Orbit diretta live: stanotte primo lancio di satelliti da una nazione europea, ma non è l'Italia
di Paolo Ricci Bitti
8 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Gennaio 2023, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 15:58

Fallisce il primo tentativo di lancio di satelliti dal territorio di un paese europeo, ovvero dalla Gran Bretagna che ha accolto nell'aeroporto dell'ex base della Raf a Newquay, in Cornovaglia, la squadra di Virgin Orbit, la compagnia americana del baronetto Richard Branson, alla sua sesta missione. Un'operazione seguita con grande attenzione anche da Grottaglie (Taranto) dove è previsto lo sbarco dell'altra compagnia spaziale del miliardario filantropo inglese, la Virgin Galactic, dedicata ai voli turisti spaziali e dove sono stati stretti accordi per trasformare lo scalo in uno spazioporto anche per missioni scientifiche.

Ieri sera il velivolo-madre Cosmic Girl, un 747 Jumbo Jet, è decollato regolarmente alle 23.02  raggiungendo la quota di 12mila metri sull'Atlantico a sud dell'Irlanda.

All'aeroporto, nonostante il tempo inclemente, sono arrivate alcune migliaia di spettatori per non perdere lo storico momento anche se si è trattato in realtà di intravedere nel buio il normale decollo e il normale l'atterraggio di un Jumbo.

Poi lo sgancio del missile Launcher One con un carico di 9 piccoli satelliti per usi civili e militari britannici destinati a orbitare a 500 chilometri di quota: inizialmente la Virgin Orbit ha twittato che il missile di 20 metri era entrato aveva raggiunto l'arbita, poi il tweet è stato rimosso. Intanto Cosmic Girl era atterrata regolarmente. Il primo dei due stadi sembra aver funzionato nominalmente.  

«Pare che il nostro missile - ha dichiarato Christopher Relf, ​​ingegnere direttore di missione - abbia subìto un'anomalia che ci ha impedito di entrare in orbita per questa missione. Stiamo esaminando le telemetrie e tutti gli altri dati». 

Solo la prima missione (maidein flight) di Virgin Orbit era fallita, le altre quattro, ugualmente decollate da Mojave, in California, avevano portato in orbita i satelliti dei clienti. Sotto trovate la diretta streaming della missione decollata da Newquay.

L'attesa

Per la prima volta nella notte fra lunedì e martedì il territorio dell'Europa ospiterà un lancio di satelliti, ma è la Gran Bretagna a strappare grazie a Virgin Orbit il record che avrebbe potuto vedere in corsa anche l'Italia, che ora dovrà accelerare per non mancare un altro primato già programmato per la lunghissima pista di Grottaglie (Taranto): diventare sede del primo spazioporto turistico non statunitense, preceduto solo da quelli nel New Mexico della Virgin Galactic e nel Texas della Blue Origin.

Di mezzo c'è sempre sir Richard Branson, il miliardario businessman avventuriero e filantrapo inglese che ha fondato sia la Virgin Galactic sia la Virgin Orbit: la prima compagnia è riservata ai turisti come lo stesso baronetto che era fra i passeggeri del primo storico volo nel 2021 che ha lanciato la nuova era del turismo spaziale battendo sul filo di lana Jeff Bezos, padre di Amazon e Blue Origin. E sono già stati sottoscritti accordi per acquartierare gli aerei-madre e le navicelle della Virgin Galactic in Puglia, turisticamente un filino più attraente, anche a un centinaio di chilometri di quota, del deserto del New Mexico e pure della brumosa Cornovaglia che stanotte entrerà nella Storia dello Spazio. Dall'ex base militare della Raf di Newquay poco dopo la mezzanotte decollerà il Jumbo 747 Cosmic Girl per la missione Start me up (a Branson piacciono le citazioni musicali) che farà rotta verso l'oceano Atlantico mentre quadagna la quota di 12mila metri: a quel punto i piloti, dopo aver pronunciato tre volte "Rilascio" ("Release") sganceranno a sud dell'Irlanda il missile "Launcher One" a due stadi lungo venti metri e fino ad allora assicurato all'ala sinistra vicino alla fusoliera: il razzo porterà in orbita a 500 chilometri di quota 9 piccoli satelliti civili e militari. Sarà il quinto lancio della compagnia, il primo appunto non effettuato dagli Stati Uniti.

Finora l'Europa non ha mai ospitato il lancio di satelliti e così Newquay, nota al più per il surf fra le sue onde gelide e per un piccolo scalo regionale, compie davvero un grande passo nelle vicende spaziali di questo genere iniziative nel 1957 con il lancio del sovietico Sputnik dal cosmodromo di Bajkonur.

 

Certo bisogna fare alcuni distinguo cominciando a non ascoltare i francesi che dicono che lo spazioporto di Kourou (Guyana) è un territorio francese, sia pure d'oltremare. No, non vale, così come non è leale invocare la Brexit.

Inoltre il sito di riferimento per le questioni spaziali, Astronautinews, specifica, con un articolo di Marco Carrara, che il cosmodromo russo di Pleseck, operativo dal 1957, è nella parte europea della Russia. 

E poi c'è la procedura di lancio della Virgin Orbit  che non prevede una rampa di lancio tradizionale, ma l'uso di un Jumbo Jet, come quelli che vediamo tutti i giorni a Fiumicino o Malpensa. Grazie ad esso si risparmia al razzo vero e proprio la faticosa e dispendiosa salita negli strati più densi dell'atmosfera, quelli iniziali. E poi è vero anche che questo sistema permette di issare in orbita un carico di appena 300 chilogrammi, ma ormai la miniaturizzazione dei satelliti li ha resi appunto sempre più piccoli e leggeri. Infine, a dirla tutta, lo sgancio del missile avverrà sopra acque più irlandesi che inglesi se non internazionali. Ecco, a parte che Branson non ha mai dimenticato il Regno Unito, va notato infine che uno spazioporto italiano non avrà mai a portata di mano la vastità di un oceano sopra il quale effettuare operazioni spaziali: come accade a Cape Canaveral per ogni lancio, anche quelle inglesi e irlandesi hanno invitato le imbarcazioni di ogni tipo a tenersi alla larga da una "striscia" di Atlantico che remotamente potrebbe essere interessata dalla caduta di qualche frammento di razzo (che di solito si incenerisce tutto nella caduta verso la Terra).

Ma, a ogni modo, il primato della Gran Bretagna resta rilanciandone il comparto spaziale in fase di decisa ripartenza dopo che Francia e Italia, per restare in Europa, l'avevano di parecchio distanziata. Quello di Newquay, che ha una pista lunga 2.744 metri rispetto ai 3.200 di Grottaglie, non è fra l'altro l'unico spazioporto al di là della Manica: almeno altri due sono in rampa in Scozia e alle Shetland, a confermare la potenza della spinta della New Space Economy che per il 70% è relativa ai satelliti senza i quali diventeremmo tutti talpe.

La classifica

L'Italia è fra l'altro assai ben piazzata nella storia dei satelliti: è quinta nella classifica dopo Russia (1957), Stati Uniti (1958), Gran Bretagna (aprile 1962, vettore americano dagli Usa) e Canada (settembre 1962, vettore americano dagli Usa) grazie al lancio del satellite San Marco ideato da Luigi Broglio portato in orbita nel 1964 dal vettore americano Scout dalla Virginia. Ed è persino terza dopo Russia e Stati Uniti se si considera che il San Marco era interamente progettato e costruito in Italia. 

L'epopea di Perdasdefogu 

Quei 500 chilometri di quota a cui verranno portati i satelliti diventano inoltre un record nel record, con l'Italia che viene in questo caso proprio spodestata: escludendo scenari militari classificati, il razzo che era volato più alto decollando dall'Europa era un Dragon anglo-svedese che il 22 maggio 1968 raggiunse con un carico di attrezzature scientifiche per lo studio dell'atmosfera un apogeo di 395 chilometri dopo il decollo dal poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra (Nuoro) che per un decennio almeno divenne la Cape Canaveral europea: dai nuraghi di 4mila anni fa alle imprese spaziali. Una meraviglia senza uguali, un'eccellenza mondiale della ricerca scientifica che vide in azione giganti della missilistica mondiale come l'italiano Luigi Broglio, affiancato via via da luminari di tutta Europa e non solo. A Salto di Quirra l'Europa (Esro, European Spatial Resarch Organization, antesignana dell'Esa)  è già cosa fatta oltre 50 anni fa, ma poi quell'avventura entusiasmante venne via via sacrificata e ridimensionata per esigenze militari: di certo uno dei tanti treni per il futuro persi dall'Italia.

Poi il parziale recupero alle attività civile grazie ad imprese quali l'Avio di Colleferro che lì a Salto di Quirra mette alla prova i motori per i razzi della famiglia Vega che permettono all'Italia di essere nel ristretto club delle nazioni in grado di costruire razzi lancoatori di satelliti.

A Perdasdefogu, negli anni Sessanta arrivano anche gli svedesi di Kiruna-Esrange, 200 chilometri oltre il circolo polare artico (pensate alla differenza di scenario) che in Sardegna apprendono il know how per far decollare dalla loro sperduta base (poi pavesata con la bandiera dell'Agenzia spaziale europea) almeno 500 razzi (soprattutto razzi-sonda, anche italiani) fino a quote attorno ai 200 chilometri.

Ma quale è stato il primo razzo europeo a raggiungere lo spazio? Il contesto è purtroppo quello di morte della seconda guerra mondiale: una V2 di Wernher von Braun nel 1944 decollata dalla base di Peenemunde (Germania) raggiunse quota 120 chilometri, ben oltre il limite dello spazio poi fissato dagli americani (80 chilometri) o dal resto del mondo (100 chilometri, linea di Karman).  Von Braun guiderà poi gli Stati Uniti alla conquista della Luna. 

Lo spazioporto di Grottaglie

E Grottaglie? Risale al 2018 l'accordo fra Virgin Galactic, Agenzia spaziale italiana, Altec e Sitael (satelliti e propulsione spaziale) e Regione Puglia per ospitare allo scalo "Marcello Arlotta" lo spazioporto per la compagnia turistica di Branson (turismo). Nuovi accordi sono stati poi ratificati localmente per allestire le infrastrutte necessarie, poi però dal luglio 2022 la compagnia del baronetto inglese  non ha più volato. Conta di farlo, per i primi voli commerciali, da giugno di quest'anno, ma non ci sono ancora certezza per i 700 clienti che hanno sborsato da 200mila ai 450mila dollari.

Virgin Orbit

I 9 satelliti made in Scozia e Galles che da stanotte orbiteranno attorno alla Terra sono destinati ad usi civili e militari con applicazioni che vanno dal monitoraggio degli oceani alle tecnologie di navigazione satellitare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA