Emergenza rifiuti a Roma, Alessandro Bratti: «Sistema fragile, senza nuovi impianti la crisi sarà sempre dietro l'angolo»

Emergenza rifiuti a Roma, Alessandro Bratti: «Sistema fragile, senza nuovi impianti la crisi sarà sempre dietro l'angolo»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 6 Aprile 2017, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 15:40
«A mia conoscenza non c'è una città europea che possa fare a meno dei sistemi di smaltimento. I rischi che si stanno correndo ora per l'interdittiva antimafia che ha colpito Colari e dunque gli impianti di Cerroni, sono l'ennesima dimostrazione che il sistema romano è fragilissimo. Lo abbiamo detto centinaia di volte, ma dal Comune non si vedono ancora azioni che possano gestire il contingente».

Alessandro Bratti, deputato Pd ferrarese, è il presidente della Commissione parlamentare ecomafie, in decine di audizioni ha ascoltato i protagonisti del caso romano e ormai conosce bene lo scenario. Perché di nuovo Roma è a un millimetro dalla crisi-rifiuti?
«Diciamolo chiaramente: si tratta di un problema molto serio. Ma si inserisce in un sistema già critico, a prescindere dagli inconvenienti che s'incontrano lungo la strada. La situazione dei rifiuti a Roma, in mancanza di decisioni concrete e legate al contingente e non solo al lungo termine, non è che destinata ad aggravarsi»

Perché è pessimista?
«Perché, per quanto grave e delicata, anche senza questa storia dell'interdittiva antimafia sugli impianti di Colari, ciclicamente ormai siamo abituati a periodi di affanno nella raccolta dei rifiuti a Roma. Le crisi sono puntuali come un orologio, coincidono con l'avvicinarsi dei mesi estivi e con il periodo delle feste natalizie. Ecco, allora con il massimo rispetto dell'autonomia di Roma Capitale, non comprendo perché non si faccia nulla di concreto per uscire dall'angolo».

La sindaca Virginia Raggi e l'assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari, hanno presentato un piano dei rifiuti, anzi lo hanno definito «per il materiale post consumo», che dovrebbe mettere in campo comportamenti virtuosi, portando Roma al 70 per cento di differenziata nel 2021, riducendo anche significativamente la quantità di rifiuti prodotti.
«Tutto molto giusto, iniziative di questo tipo vanno sostenute con forza. Ma faccio una domanda: queste sono le soluzioni per il lungo periodo, si parla dei prossimi quattro anni. Però i rifiuti a Roma come in qualsiasi altra città vengono prodotti ogni giorno, li vediamo per strada. In attesa che arrivi il 2021 cosa facciamo? Sarebbe opportuna qualche proposta che, diciamolo, dia delle soluzioni più immediate».

Ma non lo avete chiesto a Roma?
«Ogni volta che abbiamo fatto questa domanda, quando abbiamo chiesto cosa sarà fatto per evitare che Ama dipenda all'ottanta per cento da impianti di altri soggetti o di altre regioni, addirittura di altre nazioni, da Roma Capitale ci hanno sempre parlato di questi piani per il 2021. Temo che questo non sia sufficiente a liberare le strade dai rifiuti. Se gli impianti non ci sono, bisogna realizzarli od offrire delle soluzioni alternative. Altrimenti i rifiuti, come vediamo ogni giorno a Roma, restano per strada. Davvero pensiamo di andare avanti in questo modo fino al 2021? Per questo, purtroppo, non sono sorpreso che di nuovo si ipotizzi un'altra emergenza alle porte. Ovviamente tutti speriamo che possa essere evitata».

Secondo la sindaca Virginia Raggi e l'assessore Pinuccia Montanari a Roma non servono né inceneritori né discariche perché il piano presentato porterà a una riduzione della produzione dei rifiuti e a un aumento della differenziata.
«Mi si faccia solo un esempio di una grande città in cui il sistema di gestione dei rifiuti riesce a fare a meno degli impianti. Non voglio giudicare il sistema che ogni amministrazione, autonomamente, vuole darsi; ma, senza impianti, la gestione dei rifiuti non si fa. Per quanto la differenziata sia fatta bene, per quanto la percentuale sia alta, restano degli scarti da portare in discarica o negli inceneritori. Si cita sempre come esempio virtuoso la Danimarica: beh, lì ci sono 50 inceneritori».
 
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