Incidente mortale sull'Ostiense, per i vigili non fu colpa delle buche

Incidente mortale sull'Ostiense, per i vigili non fu colpa delle buche
di Marco Carta E Alessia Marani
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Venerdì 8 Giugno 2018, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 16:27


Uno schianto fatale ancora avvolto nel mistero. A causare la morte di Elena Aubry, la giovane motociclista 26enne che a maggio si è scontrata contro un guardrail sulla via Ostiense dopo aver perso il controllo della sua moto, potrebbero non essere state le condizioni della strada. Dagli accertamenti dei vigili del X Gruppo Mare, infatti, non sarebbero emersi dislivelli significativi sul tratto di via Ostiense interessato dall'incidente. Solo asfalto non in eccellenti condizioni, ma non avvallamenti tali da determinare il successivo schianto, considerata anche la velocità non elevata dell'Honda Hornet 600 che la ragazza guidava. Per questo, ad un mese dal fatto, gli inquirenti continuano ad indagare sulla dinamica, non escludendo nessuna ipotesi a priori. I riflettori rimangono puntati sulle condizioni della strada e anche sulle manutenzioni effettuate dall'amministrazione capitolina nel passato. Tranchante Graziella Viviano, mamma di Elena: «Quel verbale è carta straccia, ci possono fare i coriandoli. Il Comune che è parte in causa si fa praticamente la perizia da solo. Non voglio mettere in discussione il lavoro degli agenti, ma il mio avvocato ha già chiesto un'altra perizia da parte della Polizia Stradale e il pm ha dato l'incarico».

A questo punto, determinante può essere anche il parere del consulente che la prossima settimana riceverà formalmente l'incarico dal pm Laura Condemi. Un ingegnere chiamato al compito più arduo: quello di trarre le conclusioni sulla base di tutti gli elementi finora raccolti. E ricostruire in maniera scientifica le cause che avrebbero determinato la traiettoria irregolare della moto. Il tecnico dovrà chiarire, una volta per tutte, cosa abbia fatto «deragliare» il veicolo della ragazza. Che di sicuro, in quel momento, non stava affatto correndo, come emerso da una delle prime testimonianze acquisite, quella di un automobilista che viaggiava a pochi metri da lei: «Andava piano, aveva appena fatto un sorpasso corretto, non mi sembra che si sia scontrata con altri veicoli». Forse la giovane ha tolto per un istante la mano dal manubrio. Di sicuro non stava effettuando nessuna manovra azzardata. Quella mattina del 6 maggio, Elena, residente ai Colli Portuensi, Monteverde, stava tornando a casa dal mare dove era andata a trovare alcuni amici. Quando ha perso il controllo della moto, che è scivolata a terra, si trovava all'altezza del Cineland di Ostia, in direzione Roma. Nell'impatto con il guard rail (forse malmesso) la ragazza ha perso il casco. Inutile la chiamata al 118: Elena è già morta.

ALTRI DUE INCIDENTI
Nelle ore successive, la mamma, Graziella Viviano, ha puntato il dito contro le «buche maledette» di Roma e le radici degli alberi. E l'amministrazione capitolina è finita sotto accusa per la scarsa manutenzione. «Nello stesso posto di Elena in meno di un mese sono cadute altre due persone, le loro testimonianze sono state aggiunte al fascicolo in Procura - afferma la donna - o c'è qualcosa che non va in quella strada oppure vogliono farci credere che mia figlia si sia suicidata in quel punto e che altre due persone si siano volute buttare per terra da sole».
 

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