Roma, Daniele Fortini: «Ama, rischio caos ogni giorno servono subito nuovi manager»

Roma, Daniele Fortini: «Ama, rischio caos ogni giorno servono subito nuovi manager»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 22 Giugno 2016, 09:30
Daniele Fortini oggi rimetterà il mandato di presidente e amministratore delegato di Ama. L'azienda dei rifiuti, che non ha direttore generale e direttore amministrativo finanziario, si avvicinerà ancora di più al confine dell'incertezza. Presidente Fortini cosa succederà all'azienda?
«Il sindaco Virginia Raggi dovrà dirci quando convocare l'assemblea per nominare il nuovo amministratore unico. Lo dico con grande spirito collaborativo e rispetto istituzionale. Ovviamente garantiremo la continuità aziendale, nei tempi tecnici per l'avvicendamento. Ma nell'interesse di Ama auspico avvenga presto».
Per M5S e la Raggi non sarà semplice prendere in fretta delle decisioni, la giunta deve ancora insediarsi. Quanto può durare questa fase di passaggio? Ci sarà anche un po' di stanchezza, no?
«Non la mia, io sono un maremmano... Ma per il bene e l'operatività dell'azienda, spero che tutto si risolva rapidamente, entro un mese, anche meno. Su richiesta del commissario Tronca, abbiamo stretto i denti quando l'ex dg Alessandro Filippi se ne è andato a fine febbraio. L'azienda si ritrova con molti ruoli scoperti, anche nelle società partecipate, che sono gestiti da nostri dirigenti così distratti dai loro compiti. Ma il commissario giustamente ha ritenuto che spettasse al futuro sindaco fare le nomine. Non voglio mettere ansia, però... E anche in Ama servono dirigenti nuovi e freschi».
Ci aspetta un'altra emergenza rifiuti?
«Stiamo tenendo, resistendo, nonostante i due giorni di sciopero del 31 maggio e del 15 giugno. Ma non c'è dubbio che abbiamo un peggioramento dei servizi, nel segmento operativo della società abbiamo solo quattro dirigenti per 7mila lavoratori, siamo l'azienda che ha il rapporto maestranze dirigenti più basso d'Italia. Serve puntellare subito l'azienda».
Un mese per il nuovo amministratore unico. Sarà sufficiente?
«Dipende quale amministratore unico... Non sarà semplice trovare un professionista esperto. Ma è giusto che la nuova maggioranza, il Movimento 5 Stelle, dia la sua impronta all'Ama».
E poi c'è il problema degli impianti insufficienti.
«Siamo sempre a rischio. Non l'ho mai nascosto: se non si realizzano nuovi impianti, Roma è costantemente a rischio caos. Ma è una decisione che spetta al nuovo sindaco».
Scusi, presidente, ma perché non li avete realizzati voi gli impianti?
«Prima abbiamo posto le basi indispensabili per ottenere fiducia dalle banche che devono finanziarli. Partiamo dall'Ama che ho trovato: era devastata, c'è stato lo tsunami di Mafia Capitale, dopo pochi mesi io ero già in procura a consegnare carte, cosa che ho fatto per altre 13 altre volte. Era vicina al default, per effetto dei contenziosi con Colari, perché non rispettava i patti con le banche, aveva solo il 31% di differenziata mentre oggi siamo al 43, non aveva piano industriale e ogni anno aumentava la Tari. Io dopo 30 mesi lascio un'azienda che ha risolto questi problemi, è in sicurezza nei rapporti con banche e fornitori. Lascio un'Ama con una affidamento diretto per 15 anni e tre anni di contratto di servizio, non abbiamo fatto un'assunzione, chiudiamo un bilancio 2015 con quasi un milione di euro utili. Certo, c'è ancora tanto lavoro da fare. Ma le basei per realizzare gli eco distretti ci sono, ad aprile 2015 abbiamo presentato alla Regione il primo progetto. Obiettivamente sono soddisfatto, poi sono il primo io a dire che il nostro assetto industriale è primitivo, arcaico, fragile, pieno di falle, può saltare da un momento e l'altro»..
 
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