Roma, centauro travolto al Circo Massimo, i vigili: «Fu investito dal bus»

Roma, centauro travolto al Circo Massimo, i vigili: «Fu investito dal bus»
di Michela Allegri
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Venerdì 5 Febbraio 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 08:24


Fino a pochi giorni fa sembrava un giallo: non si capiva come Simone Vizzarro, il giovane travolto e ucciso da un autobus in zona Circo Massimo tre settimane fa, avesse potuto perdere il controllo del suo motorino scivolando poi sotto le ruote del mezzo pubblico. Ora arrivano le prime risposte. Il sospetto degli inquirenti, che inizialmente ipotizzavano il coinvolgimento di un terzo veicolo, è che il conducente del bus abbia anche provocato la caduta del ragazzo, prima di investirlo. Emerge dai rilievi effettuati dagli agenti della Municipale, accorsi sul posto subito dopo l'incidente. La posizione dell'autista Claudio Mauti, già indagato per omicidio colposo, potrebbe quindi aggravarsi. L'uomo, inoltre, ha le spalle appesantite anche da una seconda contestazione: omissione di soccorso. Il conducente, dopo aver investito il ragazzo, ha inchiodato ed è sceso dall'autobus. Ma solo per pochi istanti. Mauti, infatti, è subito ripartito proseguendo la corsa. E' stato fermato dopo poco tempo dagli agenti di polizia giudiziaria.
 

L'INCIDENTE
I fatti risalgono all'11 gennaio. Sono le 12.30, Vizzarro, 31 anni e originario di Guidonia, è a bordo del suo Scarabeo blu e sta andando al lavoro in un albergo del centro. Sta viaggiando in direzione piazza Ugo La Malfa, lungo la salita di via del Circo Massimo. D'improvviso, perde il controllo del mezzo. Scivola sull'asfalto e si scontra con un furgoncino parcheggiato in divieto di sosta sul lato della strada. L'impatto è talmente violento che il ragazzo finisce di rimbalzo sotto le ruote dell'autobus che lo affianca: lo stesso mezzo che, per la Procura, potrebbe anche aver urtato Vizzarro facendolo cadere. Alla guida del bus c'è Mauti. Il conducente frena e scende in strada. Poi, però, torna al volante e riparte. Viene fermato dopo pochi chilometri dai vigili e racconta di non essersi accorto di nulla: non pensava di essere stato lui a travolgere il giovane. Poche ore dopo, l'autista viene indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso. Per ricostruire la dinamica dell'incidente, la Procura acquisisce i tabulati telefonici del conducente e della vittima: la pm Roberta Capponi, titolare del fascicolo, intende verificare se uno dei due fosse al telefono al momento dell'impatto. Gli investigatori hanno la possibilità di accertare con precisione questa circostanza: i tabulati verranno incrociati con il percorso del bus, monitorato dal sistema gps installato sul mezzo.

IL FURGONCINO
Al vaglio degli inquirenti finisce anche la posizione del proprietario del furgoncino parcheggiato in modo irregolare. La Municipale, effettuando i rilievi sull'asfalto, nota infatti che sul suolo c'è un segno netto, lasciato dal cavalletto dello scooter mentre il mezzo scivolava. La traiettoria conduce al veicolo, di proprietà di un urtista, posteggiato oltre le linee blu e in prossimità di una curva. Un'ipotesi di chi indaga è che se non ci fosse stato quel furgone, forse, il ragazzo non sarebbe finito sotto le ruote del bus. Il proprietario del mezzo, comunque, non è indagato. I risultati dell'autopsia, affidata al medico legale Giorgio Bolino. saranno consegnati il mese prossimo.
 

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