Bisognerà ancora attendere per la riapertura di alcune scale mobili delle fermate di San Paolo e di Termini. Mentre vengono fermati altri treni delle metro e della Roma-Lido per la mancanza di manutenzione. Continua lo scontro tra Ansfisa e Atac, con l'agenzia per la sicurezza dei trasporti che fa nuovi rilievi sullo stato dei convogli, degli autobus e delle strutture (scale mobili in primis) delle stazioni. Uno scontro molto duro, che chiama in causa anche il Comune di Roma (azionista della municipalizzata).
E che, soltanto sul fronte degli impianti di risalita, lo scorso gennaio ha visto un duro scambio a mezzo stampa, con l'azienda e il Campidoglio che hanno lamentato ritardi nei collaudi e l'organismo che ha replicato che su 101 scale mobili sotto ispezione, 18 erano state oggetto dei lavori necessari.
Un mese dopo la situazione registra ancora forti criticità. Oltre a quelle di San Paolo e di Termini, sono altre 11 le scale mobili che destano molta preoccupazione in Ansfisa. Che ha deciso di non far riaprire anche gli impianti nelle stazioni di Flaminio e di Barberini o gli ascensori a Ponte Lungo, a Furio Camillo e a Casal Bernocchi (sulla ferrovia Roma-Lido). Tornando ai casi di San Paolo e Termini, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali ha rilevato «diverse difformità a causa delle quali non è stato possibile procedere con il collaudo degli impianti o con la revisione dei mezzi».
REVISIONI INTERMEDIE
Guardando invece alla circolazione dei treni, Ansfisa ha negato il nulla osta per tornare in servizio a tre convogli della metro. In tutti i casi non era stata eseguita la manutenzione necessaria per il superamento della revisione intermedia, prevista ogni 5 anni di attività. Di conseguenza, su queste linee che scontano ritardi anche di decenni sulle revisioni straordinarie, i convogli potranno tornare in circolazione soltanto dopo aver ottemperato alle prescrizioni di Ansfisa.
Sul fronte della Roma Lido, Atac si è vista comminare anche una sanzione dall'authority. La Freccia del Mare ha girato per mesi con tre treni, con il risultato che il servizio parte da Rebibbia e che la distanza tra una corsa e all'altra è di mezz'ora. Nelle scorse settimane è arrivata ad Ansfisa una segnalazione anonima che uno dei mezzi, per la verità utilizzato come muletto, aveva superato i limiti di percorrenza. L'agenzia ha poi accertato il superamento della percorrenza limite del Caf Ma300, sul quale non sarebbero stati eseguiti la revisione intermedia e i controlli compensativi. Nonostante questo Atac teneva lo stesso il mezzo in servizio, «non rispettando quanto disposto in precedenza dall'Agenzia». Da qui la multa.
Brutte notizie anche sul trasporto di superficie. È stato interdetto dal servizio anche un filobus della linea 90. Sul mezzo è stato rilevato un rigonfiamento del pianale interno, che può «pregiudicare la sicurezza dei passeggeri». Per tornare in strada deve passare in officina e cambiare il pezzo.