Roma, consultorio occupato dai pusher: off limits per le famiglie. «Ci abitano spacciatori e sbandati»

Lo stabile dell’Asl di via Casilina sistemato nel 2019 sarebbe dovuto tornare ai cittadini

Roma, consultorio occupato dai pusher: off limits per le famiglie. «Ci abitano spacciatori e sbandati»
di Giampiero Valenza
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Sabato 18 Marzo 2023, 00:15

Un citofono con tanto di telecamera mette in guardia chi si avvicina. All’interno ci sono un po’ di calcinacci chiusi in buste, quasi a voler dire che qualcuno ha appena fatto lavori edilizi e deve ancora buttarli via. Sta di fatto che quella non è una casa privata, ma il consultorio familiare di via Casilina 711, a Villa De Sanctis. Davanti al cancello l’erba alta fa sembrare come l’edificio sia abbandonato da tempo. Ma basta fare qualche passo verso via dei Gordiani per rendersi conto che quel luogo è abitato: sono state messe le tende alle finestre. Vivono lì dodici famiglie. E l’occupazione ha rovinato i sogni di chi voleva il servizio del consultorio familiare, non più riaperto da quando sono stati fatti i lavori di manutenzione.

Il V Municipio a tutto questo non ci sta.

Per questa ragione ha chiesto (e ottenuto) una perizia sullo stabile «per garantire la sicurezza», spiega il presidente del V, Mauro Caliste «un censimento per avere certezza dei nuclei familiari, anche per tutelarli». Ciò, però, non basta. Il servizio sanitario pubblico non può essere riaperto: lo stabile continua a essere occupato e avrebbe bisogno di un recupero completo prima della riapertura al pubblico a causa dei danni fatti da chi ha scelto arbitrariamente di farne appartamenti abusivi. «Ho chiesto alla Prefettura che il Consultorio di via Casilina 711 venga sgomberato al più presto per permettere alla Asl di riaprirlo - prosegue Caliste - L’edificio può essere inserito tra quelli da riportare prioritariamente a un uso pubblico. Allo stesso tempo bisogna fare in modo che venga garantito, nei termini stabiliti dalla legge, un alloggio a chi si è trovato ad occupare lo stabile». La vocazione di quell’edificio non è di certo quella che sta vivendo. Si tratta di un vecchio stabile dell’Onmi, l’Opera nazionale maternità e infanzia, l’ente nato negli anni Venti per tutelare mamme e bimbi in difficoltà.

L’ALLARME
Più volte il Coordinamento delle assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori del Lazio ne ha chiesto l’apertura. Chiuso a febbraio 2019 per ristrutturazione, il cantiere del consultorio viene ultimato a settembre dello scorso anno. Si sollevano dubbi sulla stabilità perché nell’asilo nido adiacente, subito dopo una scossa di terremoto, una crepa allarma tutti e i bimbi vengono spostati di plesso. Una prima perizia fa chiudere tutto l’edificio, ma è poi un sopralluogo tecnico richiesto dal Municipio ad accertare che lo stabile del consultorio non ha alcun problema. Oggi i residenti ribadiscono a gran voce la riapertura. La struttura si trova proprio accanto a villa De Sanctis, che con il vicino parco archeologico di Centocelle è un po’ il cuore verde della zona. Lì vicino ci passano tutti i giorni i bimbi della primaria Balzani. Come loro, in un sabato pomeriggio dal clima tutto primaverile, passa un uomo. È Giuseppe, ha 73 anni e un barboncino al seguito. Guarda da lontano l’edificio, ha un po’ paura a soffermarsi per troppo tempo davanti al cancello. Ma sussurra: «Qui ci sono spacciatori e sbandati - dice - Abbandonato subito dopo i lavori di restauro, oggi ce lo troviamo in queste condizioni. E fa paura perché qui la sera ci vuole veramente coraggio a passeggiare».
 

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