Bilancio, il prefetto invia la diffida ma l'approvazione ora è più vicina

Bilancio, il prefetto invia la diffida ma l'approvazione ora è più vicina
di Michela Giachetta e Fabio Rossi
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Mercoledì 4 Dicembre 2013, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 09:09
corsa contro il tempo per chiudere il bilancio del Comune di Roma che, in ogni caso, dovr essere approvato improrogabilmente entro il 23 dicembre. Ieri è arrivata la lettera di diffida del prefetto che, assegnando altri 20 giorni di tempo all’assemblea capitolina, chiarisce che dopo quella data, in mancanza del via libera definitivo alla manovra, si procederebbe allo scioglimento del consiglio comunale e alla nomina di un commissario ad acta. I lavori dell’aula Giulio Cesare, comunque, continuano a rilento: ieri la seduta è stata aperta esclusivamente per la consegna ai consiglieri delle pen drive, con il testo dei 250 mila emendamenti e ordini del giorno. Si riprende questa mattina alle 10, in attesa che il presidente Mirko Coratti comunichi quanti documenti presentati dalla minoranza saranno dichiarati inammissibili: le indiscrezioni parlano del 95 per cento del totale. A quel punto potrebbero scoccare altre scintille tra maggioranza e opposizione, con alcuni consiglieri che già minacciano di occupare l’aula in caso di «taglio immotivato e indiscriminato» degli ordini del giorno.



La strategia A Palazzo Senatorio, comunque, si ostenta tranquillità: «Il bilancio sarà approvato entro fine settimana», assicurano gli esponenti del centrosinistra. Oltre alla strategia consiliare, che si basa sulla dichiarazione di inammissibilità di gran parte degli ordini del giorno, la maggioranza si basa anche sul lavoro diplomatico eseguito negli ultimi giorni. Un’opera fatta di aperture politiche al centrodestra, condite da alcuni emendamenti che saranno inseriti nella manovra d’aula, con l’obiettivo di rendere meno duro e intransigente l’atteggiamento della minoranza nei prossimi giorni. «Dopo la proroga concessa dal prefetto all’assemblea capitolina per l’approvazione del bilancio è questo il momento massimo di responsabilità da parte di tutti», commenta Massimo Caprari, capogruppo del Centro democratico.



Le polemiche Sul regolamento, comunque, l’opposizione parte all’attacco. «Spero ardentemente che il presidente dell’aula e il segretario generale non si prendano una responsabilità più grande di loro, di fronte a una lettera chiara e circostanziata del prefetto, scegliendo di far decadere decine di migliaia di legittimi ordini del giorno», sottolinea Giovanni Quarzo (Forza Italia), che in una lettera aperta a Ignazio Marino chiede al sindaco di «dimettersi senza farsi commissariare».



«Il prefetto ha dovuto dare una proroga di venti giorni perché Marino e la sua giunta sono stati incapaci di far approvare il bilancio entro il 30 novembre - affonda Alfio Marchini - senza che in Aula sia ancora arrivata la discussione di un singolo emendamento o di un ordine del giorno dell’opposizione». Fabrizio Ghera, capogruppo Fdi, annuncia di aver presentato emendamenti per la polizia municipale, «per chiedere maggiori fondi per gli straordinari del personale, per la previdenza integrativa, per la polizza infortuni e recupero indennità, riammodernamento e messa a norma delle cabine protettrici, aggiornamento professionale e istituzione del vigile di quartiere».
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