ASSEMBLEA
I consiglieri M5S si dicono fiduciosi e si preparano ad archiviare il macigno giudiziario che incombe sul loro secondo e per molti ultimo mandato. La sera prima della requisitoria si sono riuniti con i presidenti dei municipi a guida stellata per fare il punto sul prossimo bilancio. Ieri invece c'è stata la conferenza dei capigruppo: la prossima Assemblea capitolina sarà martedì e al primo punto all'ordine del giorno è l'ecopass per entrare in centro, simbolo di una politica green e sostenibile che sta a cuore ai Cinquestelle romani che vogliono la ripartenza.
Le parole d'ordine sono «programmazione, visione, futuro». Tradotto: si punta tutto su ambiente e quindi rifiuti, strade, ovvero manutenzione, e scuola per raddrizzare la macchina amministrativa. Dunque la svolta chiesta alla sindaca si risolverebbe necessariamente con un rimpasto, una sostituzione tattica di alcuni assessori che si sono rivelati finora troppo deboli e poco incisivi.
Tra questi si parla anche di Rosalba Castiglione. Gatta invece è finita nel mirino perché non avrebbe saputo imprimere cambiamenti significativi, riferiscono. Nel tour sul minibus che la sindaca aveva organizzato per i dirigenti capitolini rinchiusi a palazzo e poco coscienti dello stato di cose in città avrebbe potuto caricare anche qualche assessore, ragiona più di un consigliere.
I RIFIUTI
Ma anche l'emergenza rifiuti, competenza di Pinuccia Montanari, pesa. Per non parlare dei malumori ciclici che sono tornati, anche in questa fase, contro il vicesindaco Luca Bergamo e Linda Meleo che ha una visione di Atac non sempre coincidente con quella di Enrico Stefano e Pietro Calabrese.
Altro tema doloroso è quella riforma radicale delle municipalizzate che non si è avverata. Anche questo scatenando diversi tumulti. Nel dibattito interno è finito anche Gianni Lemmetti che ha spesso screzi con i municipi. I mini sindaci si lamentano dei pochi fondi. E lui durante queste sessioni di lamentele li sferza così: «Fondi esigui? Ma se non riuscite neanche a spendere quelli che avete già».
Insomma la sentenza firmata dai consiglieri, per mezza giunta Raggi, è di condanna.
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